L'ex presidente dei senatori dem: "Ha fatto bene a rifiutarla. È consigliabile maggiore rispetto".
Dopo la decisione del Cav di non sottoporsi alla perizia psichiatrica, il tribunale prova ad aggiustare il tiro. L'ex premier potrebbe parlare in Aula
Il leghista: "Accanimento senza precedenti". L'ordine nel Pd: ignorare il caso
L'ex presidente del Senato: "I magistrati sono fermi a 25 anni fa. Il caso Palamara non ha insegnato nulla"
C'è sempre una goccia che fa traboccare il vaso quando è colmo. La "trovata" del Tribunale di Milano di sottoporre Silvio Berlusconi ad una perizia psichiatrica nell'ennesimo processo a cui è sottoposto nella sua vita, è la classica goccia.
Inchiesta aperta nel 2013. Però da allora non ha fatto passi avanti. La colpa non è del Cav, ma della lentezza della procura milanese
Il Cavaliere avrebbe accettato la visita medica. Ma ha deciso di ribellarsi alla richiesta del Tribunale: "Evidente pregiudizio contro di me". Da qui la decisione a sorpresa: "Si proceda in mia assenza in questo processo ingiusto."
Il presidente dei penalisti: "Verso Berlusconi c'è particolare animosità. Per valutare le conseguenze cardiache dello stress, che cosa c'entra lo psichiatra?"
La perizia psichiatrica chiesta dai giudici del processo Ruby ter ha scatenano una ridda di reazioni nel mondo politico. E in particolare in Forza Italia. Viene considerato un attacco all'uomo di Stato e all'imprenditore per minarne la credibilità.
De Pasquale e Spadaro sotto indagine a Brescia: cosa si cela dietro le omissioni nell'impianto accusatorio sul caso Eni?