Dazi, vicina la pace Usa-Cina. Ma riesplode la grana Huawei

Pechino disposta a concessioni su auto e agricoltura. E il colosso telefonico vuole fare causa agli Stati Uniti

Dazi, vicina la pace Usa-Cina. Ma riesplode la grana Huawei

Le firme ancora mancano, ma l'accordo destinato a mettere fine alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è vicino. Così almeno sostiene il Wall Street Journal, secondo cui Pechino è ormai pronta ad offrire tariffe più basse sui prodotti agricoli, chimici e automobili Usa, mentre Washington sta valutando la possibilità di rimuovere la maggior parte, se non tutte, le sanzioni imposte sui prodotti cinesi fin dall'anno scorso.

Non è certo la prima volta, durante tutti questi mesi in cui i due Paesi si sono affrontati a colpi di dazi miliardari, che un'intesa viene data come a portata di mano. Lo stesso Donald Trump ha più volte espresso via twitter la soddisfazione per l'andamento dei negoziati, salvo poi fare retromarcia non appena i principali nodi rimanevano irrisolti. Quello che riguarda il furto delle proprietà intellettuali Usa da parte del Dragone è tra questi, e al momento non è dato sapere se le parti abbiano trovato una quadra. Certo non aiuterebbe ad addolcire i rapporti se davvero Huawei, come riferisce il New York Times, entro questa settimana farà causa al governo americano colpevole di aver vietato alle agenzie federali l'utilizzo dei suoi prodotti.

Tempo per incastrare i tasselli del puzzle ancora sparsi sul tavolo non ne è rimasto molto, se la deadline è il prossimo 27 marzo, quando il presidente Usa e il suo omologo cinese, Xi Jinping, dovrebbero incontrarsi a Mar-a-Lago, il resort di lusso di proprietà di The Donald. Se il faccia a faccia in Florida ci sarà, Goldman Sachs calcola il 75% di probabilità che i due annuncino una sorta di deal. «Detto questo, ci aspettiamo che qualsiasi cosa venga accordata a quel punto manchi di dettagli su molti fronti e che un lavoro tecnico aggiuntivo sarà necessario dopo il summit tra presidenti», sottolinea la banca d'affari. Convinta che alcuni dazi rimarranno in vigore fino al 2020, anche a fronte di un accordo raggiunto.

Nelle prossime settimane, toccherà ai negoziatori cercare di eliminare i principali punti di attrito, in modo da arrivare al summit di fine mese con le condizioni ideali per sottoscrivere l'intesa. «Detto questo, ci aspettiamo che qualsiasi cosa venga accordata a quel punto manchi di dettagli su molti fronti e che un lavoro tecnico aggiuntivo sarà necessario dopo il vertice tra i presidenti», sottolinea ancora Goldman. L'ultimo step consiste nell'attuazione dell'accordo, dagli esiti incerti. Stando a Robert Lighthizer, il rappresentante commerciale statunitense, Washington compierà azioni «proporzionali e unilaterali» per fare rispettare i termini di un'intesa.

Secondo gli analisti della merchant bank, quelle parole significano un inaspriento delle tariffe punitive da parte degli Usa nel caso in cui l'amministrazione Trump creda che la Cina non stia rispettando gli impegni presi. Goldman Sachs si aspetta che la Cina compri più materie prime agricole ed energetiche, sostenendo che Pechino può ridurre gli acquisti da altri Paesi fornitori.

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