Pakistan sotto attacco. Dopo l’attentato kamikaze a Quetta, l’8 agosto, quando un militante talebano si è fatto esplodere in un ospedale provocando la morte di 67 persone, per la maggior parte avvocati, oggi altre due azioni terroristiche hanno di nuovo shockato il Paese asiatico
Una 28enne fugge dal Pakistan per un matrimonio combinato ma, due anni dopo, viene uccisa dal padre e dall'ex marito
Eliminato in un raid numero uno della fazione locale del sedicente Stato islamico
È sera e nonostante la luce del sole stia calando, nella fabbrica di mattoni di Manaawalla, ancora, incessantemente, decine di uomini, donne e bambini, con la schiena piegata, i volti macchiati dalla terra e dallo sforzo e le mani consumate dal peso dei parallelepipedi, continuano a lavorare. È solo una delle numerose fornaci dove vengono prodotti i laterizi, nella campagna pachistana di Lahore, ma è un posto eloquente per comprendere il dramma della discriminazione dei cristiani, nel Pakistan odierno
Prima i talebani, poi il messaggio dell'Isis. Un bluff o il segnale di un'alleanza?
Kamikaze si fa esplodere nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Quetta
Paura nel Milanese. L'anti terrorismo ha sventato il jihad di un 26enne pachistano. Voleva compiere un attacco terroristico simile a quello di Parigi
”Oggi in Pakistan i cristiani, tra cattolici e protestanti, sono il 2% della popolazione. Il problema è che i cristiani sono vittime della discriminazione e questo ha costretto gran parte della minoranza cristiana a dover vivere facendo i lavori più umili. Poi, un’altra difficoltà che abbiamo come cattolici, è che parte della popolazione islamica del Pakistan ritiene che i non musulmani siano diversi e che non debbano godere dei loro stessi diritti. Non è una legge scritta, è un pregiudizio insito nel tessuto sociale di questo Paese”. A parlare è Joseph Coutts arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan che ha rilasciato un’intervista esclusiva per Gli Occhi della guerra
A Karachi i cattolici sono costretti a nascondersi per proteggersi dagli attentatori islamici
In Pakistan gli islamici costringono i cattolici a lavorare nelle fabbriche di mattoni. Alcuni vengono bruciati vivi