In arrivo 430 nuovi agenti. "E rafforzeremo pure i Cpr"

Il ministro Piantedosi: "Ridurre i coni d'ombra in Centrale". Reati giù del 39% nell'area. Fontana: "Non basta"

In arrivo 430 nuovi agenti. "E rafforzeremo pure i Cpr"
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Arriveranno a Milano entro l`anno 430 nuovi agenti (tra Polizia, Cc e Gdf). Al netto dei pensionamenti, le divise in più per le strade saranno 250, ma anche le altre saranno più giovani e operative sul territorio. È la prima (buona) notizia che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha portato al tavolo per l'ordine e la sicurezza ieri alle 10 in prefettura, presenti sindaco, assessore Marco Granelli, il prefetto Renato Saccone e il questore Giuseppe Petronzi, il capo della polizia Lamberto Giannini, il procuratore Marcello Viola e l'aggiunta Letizia Mannella, comandanti di Cc, Gdf e vigili. I rinforzi erano la risposta attesa dopo la serie di violenze sessuali e aggressioni nelle ultime settimane.

Anche se il ministro puntualizza che «rispetto ad altre grandi realtà europee e Usa, non parlerei di emergenza sicurezza a Milano e in Italia. Ovviamente sto molto attento a non sottovalutare la percezione e lavoreremo sempre perché ci sia un miglioramento». Milano «sconta anche un apprezzabile senso civico e il fatto che la popolazione chieda servizi all'altezza della storia della città. È una città europea, quel che avviene qui ha proiezione naturale in tutto il mondo». E qui «si denuncia più che in altre città».

Piantedosi portato al tavolo i primi risultati dei controlli straordinari attivati nel quadrante della Centrale da inizio anno tra gennaio e aprile rispetto al 2019, l'ultimo anno pre Covid: «I reati sono calati del 39%», da 1.322 a 896. Quella nei confronti della turista franco-algerina da un 27enne marocchino arrestato è stata la seconda violenza sessuale nell'area della stazione, l'anno scorso in 4 mesi c'erano stati 3 casi, uno nel 2019. «La situazione è migliorata e rafforzeremo ancora i controlli per annullare ogni dato - afferma -. Quando non riusciamo a prevenire gli autori vengono al 100% assicurati alla giustizia».

Proprio ieri è stato fermato il somalo Said Y. accusato della violenza di una senzatetto di 57 anni in una tenda in piazza Carbonari. Al prossimo tavolo Piantedosi inviterà anche «società Fs, bene il piano per creare una security aziendale rilanciato da Salvini, ne ho parlato anche con Fontana e Trenord per le stazioni senza presidi, e parleremo degli arredi delle stazioni, con progetti specifici per colmare i coni d'ombra che talvolta possono essere usati per commettere reati e creano disagio a chi li attraversa». Beppe Sala difende Milano da «una narrazione che la mette in cattiva luce. I problemi non è che non ci siano ma non si vole dare una lettura tecnica, i dati registrano un calo significativo dei reati, poi alcuni fanno rumore, e gli autori vengono tutti arrestati. Noi ci stiamo spendendo eccome». Soddisfatto dei rinforzi, chiede in Centrale «presidio non statico ma continuo delle tre piazze».

Aggiunge che «non è solo tema di repressione ma di gestione del disagio, sono rimasto colpito nel sapere una donna vittima di violenza dopo poco tempo è tornata in Centrale», una senzatetto, «il Comune farà di più e si è discusso di collaborazione dei City Angels o altri gruppi». Il ministro conferma che «gran parte dei reati è riconducibile a stranieri, che più facilmente finiscono nei gorghi dell'emarginazione, soprattutto i giovani» ma sfata che basti dare accoglienza per prevenire, «non è così, reati importanti sono stati commessi da gente con permesso di soggiorno».

Zittisce anche la sinistra che vuol smontare i Cpr: «Non è vero che ci siano persone che non hanno commesso nulla, quasi sempre sono segnalate dai questori per la pericolosità. E, Milano è d'accordo, bisogna estendere le potenzialità», per trattenere chi commette reati minori.

Frena il governatore Attilio Fontana: «Se ritiene che il calo dei reati sia un buon risultato andiamo avanti così. Per me no. Chiamarla emergenza conta poco, l'importante è risolverla. Il primo sistema è implementare gli uomini, poi se serviranno modifiche normative ci penserà il Parlamento».

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