Trentino, turista attaccato da un orso a Dro: ferito agli arti

L'ultimo attacco di un orso ad un turista francese in Trentino, riapre la discussione tra chi chiede maggiore protezione e chi invece esorta a non disturbare gli animali nel loro habitat

Trentino, turista attaccato da un orso a Dro: ferito agli arti
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Era ancora presto, circa le 7 di mattina, quando un turista francese di 43 anni è stato attaccato da un orso a Naroncolo nel comune di Dro (Trento). L'uomo, ferito agli arti, è stato subito soccorso dai sanitari e dal personale forestale che ora sta conducendo i rilievi del caso, e trasportato in elicottero all'ospedale di Santa Chiara di Trento dove non è in pericolo di vita.

Appresa la notizia, l'Assessore all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca con delega ai grandi carnivori della Provincia autonoma di Trento, Roberto Failoni, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e al turista francese stesso: "Per fortuna sta bene - ha spiegato - e chiaramente come provincia siamo vicini a lui e alla sua famiglia. Il nostro corpo forestale sta lavorando per trovare tutte le componenti genetiche dell'orso per far in modo di risalire velocemente di quale esemplare si tratta".

Il Trentino e gli orsi, un rapporto difficile

Quello di oggi è solo uno degli ultimi episodi avvenuti nella regione che da anni ha un rapporto complicato con i plantigradi. Si stima al momento la presenza di un centinaio di orsi, circa una quarantina di pià rispetto all'ultimo censimento del 2017. Soprattutto nelle ultime settimane ci sono stati diversi avvistamenti soprattutto nella zona fra Arco e Dro nell'Alto Garda, anche con qualche "falso attacco", che certamente non aiuta in questo difficile rapporto.

L'episodio più grave registrato nella regione quello del 5 aprile del 2023, quando perse la vita il giovane Andrea Papi. Quella del 26 enne originario di Valdes è stata la prima morte in Italia dovuta all'attacco di un orso da più di un secolo. La tragedia si era consumata nei boschi di Caldes in Val di Sole e aveva creato un enorme sconcerto vista la gravità, dando vita ad una vera e propria battaglia tra chi chiedeva maggiore sicurezza e l'abbattimento di alcuni esemplari, e le tante associazioni animaliste e gli amanti di questi animali.

I turisti "attratti" dagli animali

Se da una parte, soprattutto la gente del posto chiede maggiore protezione, dall'altra gli orsi sono proprio una delle maggiori attrattive della regione con frotte di turisti che si spingono anche dove non dovrebbero mettendo a rischio la propria sicurezza e quella degli animali, che vedono questa come una minaccia, pur di vedere gli orsi nel loro habitat naturale.

In seguito a questa triste vicenda con la morte di Papi la Provincia Autonoma di Trento, ha accellerato la campagna informativa. Già dal 1996 sulle montagne del Brenta iniziò il progetto 'Life Ursus' finalizzato alla tutela della popolazione di orso bruno. La fase operativa del progetto iniziò nel 1999 con la liberazione dei primi due esemplari: Masun e Kirka. Tra il 2000 e il 2002 vennero liberati altri otto plantigradi per un totale di dieci esemplari complessivi. In quest'ultimo gruppo c'erano anche Joze e Jurka, catturati in Slovenia e considerati tra i pionieri del progetto di reintroduzione sulla catena alpina. Jurka era la madre di JJ1 'Brunò, ucciso in Baviera nel 2004 e adesso esposto al museo 'Mensch und Natur' all'interno del Castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera.

Gli orsi diventati protagonisti in cronaca

Questi meravigliosi animali che spesso vengono sottovalutati da incauti turisti che non comprendono la pericolosità nel loro habitat dovuta non al desiderio di attaccare l'uomo, ma piuttosto a quello di difendersi, sono saliti spesso agli onori della cronaca, anche per le loro incursioni, soprattutto notturne, nei centri abitati o per aver ferito qualche avventore.

Il problema reale, quello che colpisce soprattutto gli abitanti della zona, sono le visite notturne degli animali e i danneggiamenti ad arnie o a pecore dei greggi sbranate.

Uno degli orsi più attivi in questo caso era stato 'M49' che l'allora ministro dell'Ambiente Sergio Costa aveva ribattezzato 'Papillon'. Tra il 2019 ed il 2020 era considerato l'orso più ricercato d'Europa tanto da essere stato l'argomento più seguito dagli italiani nell'estate 2019.

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