I punti chiave
- L’arresto di Matteo Messina Denaro
- L’omicidio di Yana Malayko
- L’omicidio di Giulia Tramontano
- La scomparsa di Kataleya
- L’incidente di Casal Palocco
- L’omicidio di Michelle Causo
- Gli stupri di Palermo e Caivano
- Il trasferimento in Rems di Luca Delfino
- L’incidente di Brandizzo
- L’incidente delle Frecce Tricolore
- La strage di Alessandria
- L’incidente di Mestre
- L’omicidio di Pierina Paganelli
- L’omicidio di Giulia Cecchettin
- Le grandi indagini
- Da Saman a Laura Ziliani, le grandi sentenze
Quarantatré. È il numero di femminicidi in Italia nel 2023. E la parola dell’anno per Treccani è “femminicidio”. È stato questo, con tutta probabilità, il fenomeno criminoso più diffuso nel Belpaese negli ultimi 365 giorni, una violenza che miete vittime con un movente ben preciso: il predominio di genere.
Il numero di femminicidi non è stato più alto di altri anni - le vittime sono state 54 nel 2022 e 61 nel 2021 per esempio - ma forse hanno colpito fortemente l’immaginario collettivo, a partire dalle “due Giulie”, Giulia Tramontano, trucidata mentre era incinta al settimo mese, e Giulia Cecchettin, 22enne rapita e accoltellata alla vigilia della laurea. E un altro fattore di choc nell’opinione pubblica è stato rappresentato probabilmente dalla giovane età di Giulia Cecchettin e del suo killer: se le giovani generazioni rappresentano la speranza per il futuro, si teme il perpetuarsi di certi fenomeni.
In un’intervista dedicata al massacro del Circeo, femminicidio ante-litteram, lo scrittore Massimo Lugli ci aveva detto appunto che i grandi casi di cronaca nera italiani “sono quasi tutti femminicidi”. Ma non ci sono stati solo femminicidi nel 2023.
L’arresto di Matteo Messina Denaro
L’anno è infatti iniziato con una vittoria nella lotta alla mafia: l’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio. All’uomo, latitante per 30 anni e morto poi per malattia il successivo 25 settembre, erano ascritti reati gravissimi, come l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, e le grandi stragi degli anni ’90.
L’omicidio di Yana Malayko
A fine gennaio è stato ritrovato nelle campagne tra Castiglione e Lonato, il corpo di Yana Malayko, 23enne per il cui omicidio è accusato l’ex fidanzato Dumutru Stratan. L’uomo, stando alla ricostruzione degli inquirenti, l’avrebbe attirata in casa il 20 gennaio per via del cane che avrebbero preso insieme e, dopo averla colpita, ne avrebbe occultato il cadavere portando via il corpo in un trolley. L’accusato ha negato la premeditazione.
L’omicidio di Giulia Tramontano
La vicenda dell’omicidio di Giulia Tramontano è iniziata come un caso di persona scomparsa. Il 27 maggio si sono infatti perse le tracce della donna, incinta al settimo mese. La donna sarebbe stata aggredita dal fidanzato che era in procinto di lasciare, Alessandro Impagnatiello, che, alle prese con un’altra relazione parallela, avrebbe tentato per mesi di avvelenarla. Il corpo della donna, dopo un primo tentativo di distruzione, è stato nascosto dal killer, che ha confessato parte di ciò che gli inquirenti avevano ricostruito, nei pressi di un box auto.
La scomparsa di Kataleya
Il 10 giugno è scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze Mia Kataleya Chicclo Alvarez. La bambina, di 5 anni, era stata lasciata con lo zio mentre la madre era al lavoro. La sua vicenda si è intrecciata con quella del presunto racket delle stanze nell’albergo occupato da migranti. Dopo una strenua ricerca da parte degli inquirenti, la piccola non è stata ritrovata: il giallo non è stato ancora sciolto.
L’incidente di Casal Palocco
Il 14 giugno a Casal Palocco un suv Lamborghini ha travolto una Smart: una donna, Elena Uccello, e la figlia di 4 anni sono rimaste ferite, mentre il figlio di 5, Manuel Proietti, è morto durante il trasporto in ospedale. Alla guida c’era lo youtuber Matteo Di Pietro alle prese con una challenge: l’accadimento ha scatenato l’opinione pubblica nei confronti delle sfide social e dei loro pericoli.
L’omicidio di Michelle Causo
La sera del 28 giugno, durante una diretta di “Chi l’ha visto?” è stato annunciato a Primavalle il ritrovamento di un corpo in un carrello della spesa grondante sangue. Il corpo era quello di Michelle Causo, 17enne colpita a morte da un coetaneo, si ritiene per pochi soldi e hashish.
Gli stupri di Palermo e Caivano
Una giovane donna ha denunciato uno stupro di gruppo avvenuto a Palermo il 7 luglio. Pochi giorni dopo è emerso come stupri di gruppo siano stati consumati per settimane nel Parco Verde di Caivano, ai danni di due cuginette di 10 e 12 anni.
Il trasferimento in Rems di Luca Delfino
Il 29 luglio Luca Delfino, condannato per l’omicidio la fidanzata Antonella Multari nel 2007, è stato trasferito dal carcere di La Spezia in una Rems di Genova. Era stato giudicato pericoloso e semi-infermo di mente: il trasferimento di Delfino, ribattezzato dalla stampa il “killer delle fidanzate”, sebbene sia stato assolto per l’omicidio di Luciana Biggi, è stato accolto dalle proteste dei residenti.
L’incidente di Brandizzo
Nella notte tra il 30 e il 31 agosto 5 operai sono morti nell’incidente di Brandizzo. Il caso ha sollevato molti interrogativi relativi alla sicurezza sul lavoro. Le vittime si chiamavano Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà. Quest’ultimo aveva solo 22 anni.
L’incidente delle Frecce Tricolore
Il 16 settembre si è registrato un incidente durante l’esibizione delle Frecce Tricolore che si esibivano nel Piemontese. Il pilota, il maggiore Oscar del Do, dopo aver perso il controllo del suo mezzo, pare a causa di alcuni uccelli, è riuscito in un fortunoso atterraggio in pista nell’aeroporto di Caselle, iettandosi fuori dal mezzo. Tuttavia l’aereo, lungi dal fermare la sua corsa in fiamma, ha infranto la recinzione e travolto un’auto sulla Provinciale 16, uccidendo una bimba di 5 anni che vi si trovava a bordo.
La strage di Alessandria
Il 27 settembre Martino Benzi, un ingegnere in presunta difficoltà economica, ha ucciso in casa ad Alessandria la moglie Monica Berta e il figlio Matteo di 17 anni, la suocera Carla Schiffo nella casa di riposo in cui era ospite, e infine si è suicidato.
L’incidente di Mestre
Il 3 ottobre un pullman è precipitato da un cavalcavia nei pressi di Mestre, provocando la morte di 21 persone, tra cui l’autista Alberto Rizzotto, e 15 feriti. Al momento si indaga ancora per capire quali possano essere state le cause della strage.
L’omicidio di Pierina Paganelli
Sempre il 3 ottobre è stata uccisa a Rimini una pensionata, Pierina Paganelli, in circostanze estremamente misteriose. Non ci sono persone indagate: l'ombra del killer è ancora molto sfocata. Mesi prima il figlio Giuliano Saponi era rimasto gravemente ferito in un incidente mai del tutto chiarito, mentre si recava al lavoro in bicicletta: nei giorni immediatamente successivi all’omicidio della madre, l’uomo avrebbe dovuto far rientro a casa dopo mesi in ospedale.
L’omicidio di Giulia Cecchettin
L’11 novembre Giulia Cecchettin è scomparsa dopo un appuntamento con l’ex fidanzato Filippo Turetta. La 22enne avrebbe dovuto laurearsi nei giorni successivi: dopo giorni, è emerso che la giovane sarebbe stata uccisa appunto da Turetta, che ha confessato, ma le cui accuse non sono state ancora concretizzate e formalizzate. Il caso ha scosso in maniera particolare l'Italia: per giorni moltissime persone sono rimaste con il fiato sospeso, tra piccoli dettagli che si susseguivano altalenanti tra speranza e certezza. Alcuni elementi emersi nei primissimi giorni della scomparsa sono stati significativi: delle macchie di sangue in un parcheggio di Vigonovo e delle altre nei pressi di una zona industriale a Fossò, la chiamata ai carabinieri di un vicino di Giulia che avrebbe assistito a un'aggressione proprio la sera della scomparsa, le parole usate da Gino Cecchettin nella sua denuncia, in cui si diceva timoroso per l'incolumità della figlia. Stando alle prime ricostruzioni Turetta non si sarebbe rassegnato alla rottura con la coetanea, mentre Giulia si apprestava a vivere un nuovo capitolo della sua vita, con la laurea e una scuola di comics che aveva da poco iniziato a frequentare a Ferrara.
Le grandi indagini
Il 2023 è stato inoltre un anno di grandi indagini, anche su cosiddetti cold case. Per esempio, il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, del quale ricorreva il quarantennale, ha visto la nascita di una commissione parlamentare di indagine, oltre che di due indagini parallele, una del Vaticano e una della procura di Roma.
È stata invece chiesta una nuova archiviazione per il delitto di via Poma, dopo le indagini riaperte contro ignoti nel 2022. L’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto a Roma nell’agosto 1990, sembra destinato a non essere risolto. Per quanto riguarda invece l’omicidio di Nada Cella, avvenuto a Genova nel maggio 1996, c’è una persona rinviata a giudizio: si tratta di Annalucia Cecere.
È iniziato intanto l’iter giudiziario per il caso dell’omicidio di Marzia Capezzuti, trentenne uccisa a Pontecagnano Faiano nel 2022. Ci sono 4 persone sotto indagine, tra cui un minorenne rinviato a giudizio: si tratta dei parenti dell’ex della donna, Alessandro Vacchiano, morto precedentemente per overdose.
Novità anche sul fronte del caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta a gennaio 2022. A giugno, dopo la richiesta di archiviazione della procura di Trieste, sono state riaperte le indagini per chiarire i molti punti non ancora sciolti su questo giallo intricatissimo.
Da Saman a Laura Ziliani, le grandi sentenze
Nel 2023 si è svolto il processo di secondo grado per Benno Neumair, accusato di aver ucciso i genitori Peter Neumair e Laura Perselli nel gennaio 2021. La corte d’assise d’appello ha confermato l’ergastolo per il giovane.
Ergastolo, ma in primo grado, anche per le tre persone rinviate a giudizio per l’omicidio di Laura Ziliani, avvenuto a Temù nel maggio 2022. Pena massima quindi per il genero Mirto Milani, e per le figlie della donna Silvia e Paola Zani.
Condannato a 6 anni e 2 mesi in secondo grado Alex Pompa, per l’omicidio del padre nel 2020. In primo grado era stato assolto: il giovane aveva cercato di difendere la mamma, dato che temeva per la sua vita, durante una lite.
Sentenza di primo grado infine per “il” processo del 2023, quello per l’omicidio di Saman Abbas.
Non sono ancora state rese note le motivazioni della sentenza, ma i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (quest’ultima ancora latitante) sono stati condannati all’ergastolo. Assolti i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq, mentre lo zio Danish Hasnain è stato condannato a 14 anni di reclusione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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