Tutto ruota attorno alla cerimonia sciamanica nel giallo della morte di Alex Marangon, il barman veneziano di 26 anni trovato senza vita sul greto del Piave, a circa sei chilometri da Vidor, nel Trevigiano, martedì mattina. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti, escludendo dunque l'ipotesi di un incidente fatale o del gesto estremo. L'autopsia ha evidenziato, infatti, numerose ferite sul cadavere, verosimilmente inferte con un oggetto contundente prima che il giovane precipitasse nel fiume. "Alex è stato picchiato duramente", ha detto senza mezzi termini il procuratore Marco Martani. Ma chi lo ha aggredito e per quale motivo? Il papà della vittima sembra non avere dubbi: "È stato ucciso, qualcuno voleva tappargli la bocca", dice in una intervista al Corriere della Sera.
La cerimonia sciamanica e le due persone misteriose
La sera di sabato scorso, il 26enne aveva partecipato a una cerimonia organizzata dagli adepti della disciplina sciamanica nell'Abbazzia di Santa Bona a Vidor. I partecipanti all'evento sarebbero stati circa una ventina, inclusi i due organizzatori, Andrea Giorgio Zuin e Tatiana Marchetto (detti "Zu" e "Tati"), un duo musicale. Ospite d'onore lo sciamano-santone colombiano Jhonni Daniel Benavides, tra i fondatori del movimento che cura dai "mali" con erbe e musica. Ma, ad un certo punto della serata, qualcosa deve essere andato storto. La musica è stata bruscamente interotta dopo che due persone, tra i presenti, avrebbero visto Alex allontanarsi dalla stanza in cui si stava celebrando il concerto-rituale. Subito dopo lo avrebbero perso di vista e sarebbero rientrati. A quel punto il ragazzo si sarebbe addentrato nella boscaglia, salvo poi svanire nel nulla.
L'ayahuasca
Durante la cerimonia sarebbero stati consumati infusi a base di ayahuasca, un mix di erbe amazzoniche che provoca allucinazioni. Il condizionale è d'obbligo visto che gli organizzatori dell'evento respingono l'accusa: "Non c'è stato nessun uso di ayahuasca - precisano a Repubblica - Ci sono molti modi per curare nella medicina tradizionale amazzonica e noi abbiamo fatto uso di una purga". Ad ogni modo, sarà l'esito degli esami tossicologici sul cadavere a confermare eventualmente se il giovane abbia assunto il potente allucinogeno.
L'ipotesi della morte accidentale
Secondo i partecipanti all'evento, Alex sarebbe morto a seguito di una caduta accidentale, ovvero precipitando giù dalle mura dell'Abbazia. Ma è una versione che stride con l'esito dell'autopsia. L'esame autoptico ha accertato che il giovane aveva molteplici "lesioni in diverse sedi corporee", tra cui alcune gravi alla testa. Inoltre un'emorragia interna gli ha provocato una copiosa perdita di sangue a livello toracico. Infine ci sono i lividi sul corpo che sembrano, con pochi dubbi, riconducibili a un pestaggio violento.
I proprietari dell'Abbazia
I proprietari dell'Abbazia si sono affidati al penalista Cesare Dal Maso per tutelarsi in questa prima fase d'indagine. "In questi giorni i cani molecolari hanno setacciato l’abbazia in lungo e in largo, non hanno mai trovato una traccia di sangue, come si spiega quindi questo pestaggio?", dice il legale.
Ma i genitori di Alex, difesi dagli avvocati Stefano Tigoni e Nicodemo Gentile, sono sempre che più convinti che Alex sia stato ucciso. Un solo appello: "Chi sa cosa è successo quella notte deve dire qualcosa".
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