"Contraccezione gratuita" in Italia: ginecologi lanciano petizione

Gli anticoncezionali, tutti i pagamento, sono usati sempre meno, soprattutto tra i più giovani. Aumentano così gravidanze indesiderate e malattie

"Contraccezione gratuita" in Italia: ginecologi lanciano petizione

Pillola e profilattici costano troppo. Gravidanze indesiderate e malattie a trasmissione sessuale sono in aumento. Per questo motivo un gruppo di ginecologi ha deciso di lanciare, sulla piattaforma Change.org, una petizione a livello nazionale per la "contraccezione gratuita".

Da quando nel luglio del 2016 anche le ultime pillole sono diventate a pagamento, ad oggi in Italia non esiste più alcun contraccettivo gratuito. E così gli anticoncezionali sono usati sempre meno, in particolare dai più giovani. "Nel nostro, a differenza di altri Paesi europei, la contraccezione è interamente a carico delle cittadine e dei cittadini, salvo rare iniziative locali", si legge sulla piattaforma.

Come riporta Repubblica, secondo i dati della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostretricia, soltanto il 16% delle donne utilizza la pillola, mentre il 42% delle ragazze sotto i 25 anni non ricorre ad alcun contraccettivo durante i primi rapporti sessuali. Anche il profilattico sembra essere in disuso. Per l’équipe di Endocrinologia dell'Università di Padova, "ormai 4 giovani su 10 non usano più il condom".

Il Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole chiede che preservativi, spirali, pillole, anelli vaginali diventino, o tornino a essere gratuiti.

L'obiettivo del Comitato è quello di arrivare a 50mila firme entro la seconda metà di gennaio e consegnare la petizione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al direttore Generale AIFA, Mario Melazzini.

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