Radovan Karadzic è stato condannato in appello all'ergastolo: il presidente della Repubblica Serba di Bosnia durante la guerra che si combatté in Bosnia tra il 1992 e il 1995, è stato giudicato colpevole di diversi crimini: di guerra, contro l'umanità, genocidio e deportazioni. Il Meccanismo residuale per i Tribunali Penali Internazionali (IRMCT) ha emesso la sentenza all’Aia, nel Paesi Bassi: tale organo ha sostituito l'ICTY (Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia delle Nazioni Unite), la cui attività si è conclusa nel dicembre del 2017. Sono state dunque accolte le richieste dell'accusa, che sosteneva insufficiente la condanna a quarant’anni di carcere emessa in primo grado.
La condanna in primo grado
Karadzic fu ritenuto colpevole del massacro di Srebrenica, della persecuzione dei cittadini non serbi nel territorio bosniaco e del sequestro dei soldati dell’UNPROFOR. La sentenza fu criticata da entrambe le parti: da un lato Radovan la definì ingiusta sostenendo la violazione dei propri diritti; dall'altra i parenti delle vittime del massacro di Srebrenica la contestarano poiché incongrua con le loro richieste.
Il Tribunale penale internazionale per
l’ex-Jugoslavia accusò Karadzic colpevole per quanto riguarda la persecuzione nei confronti della minoranza musulmana nel 1995: l'ex presidente venne arrestato sotto falsa identità nel 2008, dopo essere fuggito e restato in latitanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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