Torino, bimbo allontanato da mensa perché senza posate: "Così niente pranzo"

I genitori del piccolo hanno dimenticato di mettere le posate nella borsa del pasto da portare a scuola. Così la maestra ha attuato il regolamento e lo ha mandato a casa. Il padre: "Forchetta e coltello non si negano a nessuno"

Torino, bimbo allontanato da mensa perché senza posate: "Così niente pranzo"

Nessuno aveva messo le posate nella sua borsa per il pranzo, così una volta raggiunta la mensa scolastica, all'ora di pranzo, non ha potuto consumare il pasto insieme ai compagni di classe. È accaduto ieri mattina, alla scuola primaria Bruno Ciari di Grugliasco, in provincia di Torino, dove una maestra ha fatto chiamare i genitori dell'alunno perché venissero a riprendere il figlio, perché si è trovato senza stoviglie. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, che ha raccontato la storia del piccolo, l'insegnante si sarebbe appellata al regolamento in vigore nella struttura e avrebbe così avvisato i familiari.

La replica del padre

"Erano tutti in refettorio, cosa ci voleva a prestargli forchetta e coltello? Si sarebbe potuto risolvere tutto con un avviso sul diario, chiedendoci soltanto un po' più di attenzione", ha riferito il padre, dopo la chiamata della scuola. All'istituto comprensivo "66 Martiri" di Grugliasco, il pasto domestico è infatti permesso, anche se è ancora da stabilire la cifra da pagare per l'assistenza dopo la sentenza della Cassazione che non lo riconosce più come un diritto da garantire.

La versione della scuola

"Chi porta il pranzo da casa non è iscfritto alla mensa e la ditta di ristorazione avrebbe potuto sollevare problemi per il prestito delle posate. Le loro sono in metallo, mentre noi abbiamo stabilito che i bambini del pasto domestico devono usare quelle in plastica riutilizzabile", ha spiegato Alberto Francesco Cervia, il preside della scuola. Inoltre, secondo quanto ricostruito dall'istituto, il "patto di collaborazione" con i genitori prevede anche che, in caso di dimenticanza, il pasto non possa essere portato in orario scolastico e, di conseguenza, nemmeno le posate. Il dirigente scolastico ha fatto sapere che l'insegnante del bambino ha interpretato la norma "in modo un po' rigido" e ha aggiunto che se ci fosse stato uno scambio tra di loro forse si sarebbe giunti a un'altra soluzione.

"Due posate non si negano a nessuno"

Ma subito dopo, una collaboratrice scolastica è stata incaricata dalla maestra di chiamare i genitori dell'alunno. Siccome entrambi lavorano in zone diverse e lontane dalla scuola, alla fine, ha raggiunto il plesso il nonno, che lo ha portato a casa per il pranzo. "Sulla questione del pranzo domestico non dobbiamo farci la guerra tra adulti, una maestra dovrebbe avere a cuore la tutela del bambino quando è a scuola. Di fatto gli ha vietato di mangiare, due posate non si negano a nessuno", ha chiarito ancora il papà.

Il piccolo, però, non è rimasto a digiuno ma è riuscito ad andare a casa con il parente e poi è tornato in classe. Intanto, però, il padre dell'alunno si è offerto di portare a scuola una fornitura di posate per tutti i bimbi che dovessero trovarsi senza, magari per una dimenticanza come la sua.

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