Per James Bond una nuova missione impossibile: salvarsi dalla censura

I romanzi di 007 nel mirino degli "editori sensibili", così si rischia di perdere lo spirito di Ian Fleming e del suo tempo

Per James Bond una nuova missione impossibile: salvarsi dalla censura

Dopo le beghe per le trasposizioni cinematografiche piegatesi all'egemonia progressista di Hollywood, la beffa dell’editamente corretto per il povero James Bond, chimera del frigido panorama istituzionalizzato che osanna l’oscenità woke e supporta l’appiattimento culturale non richiesto, invocare di castrazioni storiche e editoriali come vendetta sul patriarcato fantasma e chi in libertà scelta lo ignora, e tuttalpiù, di fronte a tale scempio si volta dall’altra parte. O se deceduto - come Ian Fleming - si rivolta, nella tomba.

Questo perché la notizia che qualcuno avrebbe deciso di riscrivere l’intera saga dell’agente 007 avvalendosi del tatto di quelli che vengono chiamati sensitivity readers - e si premetta che non hanno nulla a che fare con il paranormale ma solo con l’assenza di rispetto per l’autore - pare essere confermata. A sentir loro Ian Fleming, il geniale e bisbetico ufficiale del servizio informazione della Royal Navy che ponderò alcuni tra i piani più audaci e stravaganti dell'ultima grande guerra, prima di iniziare uno dei romanzi di spionaggio più famosi di sempre, deve "adeguarsi ai tempi". Eppure, chi lo conosce bene il personaggio sa quanto James Bond, l’agente segreto al servizio sua maestà messo su carta nel lontano 1953 sia essenzialmente un elegante e cocciuto ribelle che detesta il conformismo e adora la semplice ricercatezza nella vita, nonostante abbia trascorso un'infanzia dura, segnata da mancanze, solitudine e dispiaceri.

Bond, James Bond, nome scelto da Fleming per la sua immediata semplicità dopo averlo letto sulla copertina di un libro di ornitologia, ha perduto entrambi i genitori quando aveva soltanto undici anni. Erano in montagna a Chamonix. Così viene cresciuto dalla sorella di suo padre del Kent. Si chiama Charmian, è scozzese, antropologa e non sposata. Qualcosa che non possiamo sapere se influisca o meno sulla formazione sentimentale del giovane James, che si arruola in Marina allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale mentendo sulla sua reale età - aveva 17 anni - e dopo essere diventata capitano nei commandos torna a casa con poco denaro in tasca, una vecchia Bentley lasciata in garage, comprata facendo un bell'affare come è consuetudine per quel genere di uomini che investono sul gusto e sull'intelletto a discapito della ricchezza, e un certo talento nel saper uccidere. Da quel momento diventerà un agente dell'MI6, il servizio di spionaggio britannico che gli concede la "licenza" di continuare a uccidere per conto del Regno Unito e della corona: la sola istituzione alla quale non si ribellerà, mai.

Licenza di uccidere, o almeno censurare

Scapolo impenitente, intenditore di vini francesi e cocktail raffinati quanto di abiti sartoriali e femmine piacenti, una delle cose che sembra preferire al mondo dopo il Dom Perignon del '53, rigorosamente servito ad un temperatura inferiore ai 4° centigradi, James Bond è finito nel mirino del politicamente corretto perché è senza alcun dubbio un prototipo ideale di quello che sui social iniziano a chiamare MBEB - che non è l'acronimo di una nuova manovra finanziaria, ma sta per Maschio Bianco Etero Basic. A questo si aggiunge il lessico poco inclusivo di cui Ian Fleming, asserragliato nella sua villa giamaicana chiamata Golden Eye, ha infarcito i suoi dodici dei suoi "pericolosi" romanzi, e due raccolte di racconti.

È qui infetti che arrivano gli editor sensibili, una nuova piaga della letteratura che dopo aver puntato le favole di Roald Dahl, ha messo nel mirino l'agente 007 per censurare tutto quel che verrà bollato come sessista, razzista, maschilista e non inclusivo. Ogni riferimento al colore della pelle dunque, con particolare attenzione alla completa eliminazione del termine dispregiativo “nigger”, per proseguire con la modifica, rettifica o addirittura cancellazione di tutti i passaggi considerati "sessisti o maschilisti". Ad esempio in Vivi e Lascia morire, secondo romanzo di Fleming datato 1954, una frase come "Bond sentiva il pubblico ansimare e grugnire come maiali al trogolo. Sentì le proprie mani stringere la tovaglia. Aveva la bocca secca.." usata per descrivere gli avventori di un nigth club, verrà modificata in "Bond poteva percepire la tensione elettrica nella stanza". A questo genere di tagli si aggiungeranno altri tipi di omissioni e modifiche, anche allusioni all'omosessualità o all'inefficienza di personaggi femminili.

A giustificare queste discutibili correzioni, pare sarà un disclaimer (che non italiani chiamiamo "clausola di non responsabilità, ndr) riportante quanto segue: "Questo libro è stato scritto in un momento in cui termini e atteggiamenti che potrebbero essere considerati offensivi dai lettori moderni erano all'ordine del giorno. In questa edizione sono stati apportati numerosi aggiornamenti, pur mantenendo il più vicino possibile al testo originale e al periodo in cui è ambientato."

Per il biografo di Fleming una "missione impossibile"

Secondo Andrew Lycett che ha curato una biografia sull'ormai vituperato Rudyard Kipling, e sul più attuale quanto inviso Ian Fleming, i suoi romanzi, scritti tra il '53 e il '64 - anno in cui muore prematuramente a causa di un infarto - erano scritti per "eterosessuali a sangue caldo (...) nei treni, negli aeroplani e nei letti". Insomma, adulti, coscienti, che si muovevano in una società moderna prima che modernità significasse l'avvento dei suggerimenti di nuovi “lettori espressione della sensibilità attuale” che in virtù dell'utopica e forzata inclusione, preferiscono correggere, stralciare o censurare passi che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno che molto probabilmente non sceglierebbe mai un romanzo di spionaggio scritto negli anni '50. E non per sfiducia aprioristica: solo per probabile preferenza personale.

E dire poi che Fleming i suggerimenti dei lettori li ascoltava, eccome. Note sono le lettere di risposta ai lettori che avevano criticato la scelta della prima pistola di Bond, puntualmente spedite e iniziate con toni docili e rispettosi: "31 maggio 1956, Caro signor Boothroyd, le sono davvero grato per la sua splendida lettera del.." etc. etc. Correggendo l'autore e il suo personaggio si perde una parte della "cifra di Fleming" e dello stile ineguagliabile del suo personaggio cinico e affascinante.

Per Lyncett i romanzi di Fleming, al pari di quelli di Shakespeare, Dickens e Kipling sono inoltre uno strumento letterario utile per contestualizzare e capire il tempo in cui sono stati ambientati e scritti: "la sofisticata interpretazione da giornalista del materialismo insensato di una società che emerge ammiccando nel mondo dopo le privazioni della guerra, desiderosa di nuove esperienze che includono viaggi all'estero e piacere sensuale", scrive sull'Indipendent riferendosi a Fleming. Certo, un tentativo si potrà pur fare, e si sta compiendo a quanto pare, ma, continua il Lyncett: "non c'è modo per rendere il Bond e i libri di Fleming politicamente corretti (..) Fleming ha creato un assassino sessista, spesso sadico, con atteggiamenti anacronistici".

Determinati intrecci, determinati personaggi, determinate tensioni e azioni non sarebbero possibili o credibili se il personaggio venisse censurato o snaturato, e questa rimane un'evidenza.

Per tale ragione gli appassionati dei veri romanzi di Fleming continueranno a confidare almeno in quel “Quantum of Solace” - come direbbe lui - che potrebbe consentire a tutti di sopportare la lenta uccisione di James Bond sul grande schermo, tenenddolo al sicuro almeno sulla carta stampate. Del resto, se i sensitivity readers ci privassero anche di questa ultima spiaggia, non si dimostrerebbero tanto "sensibili" come si reputano.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica