Lo Spazio potrebbe diventare la prossima arena delle principali potenze globali. C'è chi, come la Cina, ha già mosso i primi passi lanciando in orbita satelliti sempre più tecnologici ed effettuando missioni avveniristiche. Attenzione, tuttavia, ad ignorare il lato militare dell'intero dossier. Già, perché tra le altre novità vale la pena segnalare il nuovo sistema di spoofing spaziale - un tipo di attacco informatico che impiega in varie maniere la falsificazione dell'identità - sviluppato da ingegneri cinesi. Il sistema, chiamato Phantom Space Strike, sarebbe stato progettato per ingannare i sistemi di difesa missilistica nemici, inducendoli ad emettere intercettori limitati contro falsi bersagli spaziali.
L'ultima mossa della Cina
Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, una squadra dell'Unità 63891 dell'Esercito popolare di liberazione di Pechino avrebbe recentemente condotto una simulazione al computer di un missile balistico lanciato contro un sistema di difesa missilistico all'avanguardia che trasportava tre piccoli satelliti invece di una testata letale.
Da quanto emerso, una volta raggiunto lo spazio, il suddetto missile balistico ha rilasciato il suo carico utile satellitare generando segnali di spoofing per ingannare il radar di difesa missilistica dell'obiettivo, facendo apparire il missile disarmato come una minaccia più grave di quanto non fosse. L'attacco spoofing ha inoltre costretto il sistema di difesa a sparare un missile intercettore contro un bersaglio inesistente.
Che cosa è successo, dunque? Come ha spiegato Zhao Yanli, ingegnere senior dell'Unità 63891 dell'esercito cinese, ramo che sviluppa e testa nuove tecnologie e attrezzature, il suo team era riuscito a sfruttare la debolezza dei radar di difesa missilistica e i vantaggi delle esche satellitari. In che modo? Facendo leva sul margine di errore tollerabile per i satelliti di difesa missilistica, e mantenendo l'errore di posizionamento tra le fonti di spoofing a meno di mezzo metro.
Perché si tratta di un attacco temibile
I vantaggi economici dell'uso dei satelliti, i cui costi sono inferiori a quelli dei tradizionali aerei da guerra elettronica e le cui traiettorie e velocità di volo possono essere impostate in base alle informazioni sui siti fissi di difesa missilistica, sono evidenti. Come se non bastasse, l'attacco in questione in futuro potrebbe anche essere intensificato utilizzando più satelliti di spoofing.
Ci sarebbe però da considerare almeno un effetto indesiderato: la tecnologia del phantom strike potrebbe infatti portare a ritorsioni nucleari non volute e anche per questo probabilmente non verrà mai utilizzata contro un avversario dotato di armi nucleari. Detto altrimenti, Pechino potrebbe non usare un simile jolly contro gli Usa. Potrebbe però impiegarlo come sistema d'arma contro-satellitare mirato alle capacità anti satellitari secondarie del Ground-based Midcourse Defense (GMD) statunitense, l'unico sistema di difesa missilistica che difende la patria degli Stati Uniti dagli attacchi missilistici.
Ricordiamo, come ha evidenziato Asia Times, che agli occhi della Cina gli Stati Uniti utilizzano la loro difesa missilistica per il controllo dello spazio, in quanto è più facile colpire i satelliti che i missili. Per Washington, insomma, qualsiasi sistema di difesa missilistica a medio raggio, come il GMD, può attaccare i satelliti in orbita terrestre bassa e alta.
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