Il Paese è col fiato sospeso. Attende l'epilogo di questa crisi non tanto per sapere chi sarà il premier, ma di fatto per avere un esecutivo che si occupi dei reali problemi degli italiani: dai ristori alla crisi economica. Ma in questo limbo che ci separa dal prossimo weekend, bisogna riflettere bene sugli scenari che ci attendono. Come sappiamo Conte e i suoi sodali stanno tentando a tutti i costi di evitare un ritorno alle urne. Tra le ipotesi sul campo c'è quella di un Conte ter con questa maggioranza raccogliticcia al Senato oppure un nuovo governo con un nuovo premier (si fanno i nomi di Patuanelli, Cartabia, Fico, Di Maio e Gentiloni). Ed è proprio sul nome dell'ex premier, ora Bruxelles, che Maria Elena Boschi ha tirato per la giacchetta il Pd con parole piuttosto chiare: "Le voci su Paolo Gentiloni? Il problema è più in casa del Pd che si presenta con il nome di Conte, è strano che al partito democratico non vada bene una figura stimata come quella di Gentiloni ma il punto per noi non è il toto-nomi quanto il programma". Pronta la risposta dei dem che chiedono invece un incarico per Conte "tradendo" lo stesso Gentiloni e respingendo l'ipotesi Di Maio avanzata a quanto pare dai renziani: "Dopo aver aperto una crisi al buio in piena pandemia, ora Italia Viva prova a destabilizzare i partiti della maggioranza con la Bellanova che candida Di Maio a Palazzo Chigi e la Boschi che propone Gentiloni. Nel frattempo dicono pure di non porre nessun veto su Conte. Quanto dobbiamo aspettare ancora perché Italia Viva la smetta di giocare per cominciare seriamente a pensare all'Italia?". Fin qui il quadro sul toto-nomi.
Cosa può succedere
Adesso però bisogna chiarire qual è davvero il sipario che si potrebbe alzare sul Paese con un nuovo governo sostenuto dai 5S, il Pd, Leu, responsabili. L'asse del nuovo esecutivo potrebbe spostarsi a sinistra ma potrebbe ugualmente avere un baricentro più rosso anche nel caso in cui Renzi decidesse di farne parte con un premier Pd o con Fico a Palazzo Chigi.
In ogni caso un nuovo governo giallorosso potrebbe mettere sul piatto misure drastiche per ottenere il via libera da Bruxelles per i 209 miliardi del Recovery Fund. Misure che riguarderebbero le pensioni, la proprietà immobiliare e anche il carico fiscale.
I compiti a casa (da incubo)
A tale proposito è bene ricordare come lo stesso Gentiloni, qualche giorno fa, abbia sottolineato un punto abbastanza chiaro: "Penso che le autorità italiane siano consapevoli della necessità di rafforzare la proposta presentata finora. Servono specialmente due cose: un messaggio chiaro sulle riforme legate alle raccomandazioni Ue del 2019, e i dettagli sui tempi e gli obiettivi dei progetti". Traduzione?
L'Italia deve dare piena attuazione alla Fornero, mettere le mani sulle rendite castali e riformulare il sistema fiscale. E di certo con Gentiloni premier tutto ciò potrebbe trovare attuazione in tempi rapidi data la sua esperienza come Commissario agli Affari economici a Bruxelles. Ma c'è di più.
I portafogli (e le case) in pericolo
Lo spauracchio non sarebbe solo quello della Fornero con effetti devastanti sulle tasche dei pensionati, bisognerebbe afre i conti anche con l'incubo di nuove imposte sulla casa. Un nuovo esecutivo con un la poltrona rossa potrebbe riportare sul campo l'ipotesi patrimoniale già avanzata per ben due volte in Parlamento dal Pd e da Liberi e Uguali.
Il tutto magari condito con l'applicazione alla lettera delle indicazioni fornite da Bankitalia (che tanto piacciono a Mario Monti) con uno spostamento del carico fiscale sugli immobili. Tutte ricette che un nuovo esecutivo giallorosso "ben controllato" dall'Europa potrebbe mettere in atto nel giro di poche settimane. Insomma c'è da stare poco sereni: le nostre tasche ancora una volta sono in pericolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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