Donald Trump si scaglia contro Bmw e Mercedes-Benz e minaccia di tassare pesantemente i due costruttori di auto tedeschi se l'Ue non farà cadere i dazi sui prodotti in arrivo dagli Stati Uniti. Nel mirino della Casa Bianca, dunque, c'è sempre più l'esportazione delle vetture tedesche Oltreocaeano, peraltro molto gradite dagli automobilisti americani. Trump se la prende con Bmw e Mercedes-Benz, e non cita Volkswagen e la controllata Audi, che pure vedono circolare propri modelli sulle strade Usa. Dimenticanza? Forse lo si capirà nei prossimi giorni. Intanto, mentre Trump fa sapere di aver incaricato il segretario al Commercio, Wilbur Ross, di trattare con l'Europa «a proposito dell'eliminazione dei dazi e delle barriere che usano contro gli Stati Uniti», dal Vecchio continente si profila una ritorsione pesante: i produttori di auto potrebbero rispondere tagliando i loro investimenti negli Usa. Insomma, salvo accordi dell'ultima ora (i dazi Usa su acciaio e alluminio saranno in vigore dal 23 marzo), la guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico sembra inevitabile.
Il rischio, a questo punto, è che a contare i feriti saranno sia Washington sia Berlino. Per la Germania, grande Paese esportatore, l'invio di veicoli negli Usa vale circa 19,4 miliardi, che significa 494mila vetture che nel 2017 hanno varcato l'Oceano. E mentre l'export ha visto diminuire il numero di veicoli di 123mila unità rispetto al 2013, Bernhard Mattes, presidente di Vda, l'associazione dei costruttori della Germania, sottolinea come «dal 2013 a oggi è cresciuta la produzione della Case tedesche negli stabilimenti americani di 180mila unità, per complessivi 804mila veicoli usciti dalle linee di montaggio». E sempre l'industria dell'auto di Berlino, evidenzia Mattes, «dà lavoro a 36.500 americani, 5.700 in più sempre rispetto al 2013». Il presidente di Vda parla anche dell'importante contributo alla bilancia commerciale automobilistica degli Stati Uniti. «Più della metà delle auto costruite dai nostri produttori negli Usa - spiega - vengono esportate in Paesi al di fuori del Nafta, in Europa, Asia o nel resto del mondo. Ciò equivale a circa 430.000 veicoli».
La stessa associazione sollecita la Commissione Ue a fare tutto il possibile affinché l'integrazione economica transatlantica possa proseguire, anche attraverso un nuovo accordo tra le parti «con l'eliminazione degli attuali ostacoli all'accesso al mercato in uno spirito di partnerariato».
L'Italia, intanto, sta alla finestra.
Sergio Marchionne, ad di Fca, si è limitato a dire che «minacciare dazi con dazi non risolve niente. E in caso di guerra, a vincere sarebbero gli Usa: basta guardare il bilancio economico, importano più di quanto esportano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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