La tensione in Medio Oriente è ai massimi livelli. Nell’attesa di un attacco dell’Iran o dei suoi alleati a Israele per vendicare la morte dei leader di Hamas ed Hezbollah Ismail Haniyeh e Fuad Shukr, le compagnie aeree occidentali sono corse ai ripari. La tedesca Lufthansa e l’italiana ITA hanno dichiarato di aver sospeso i voli da e per Tel Aviv per diversi giorni, la prima almeno fino all’8 agosto e la seconda fino al 6.
La compagnia tedesca ha anche prolungato lo stop alle linee aeree per Beirut, già deciso il 29 luglio, fino al 12 agosto. Il blocco dei collegamenti con la capitale libanese era stato deciso anche da AirFrance e Austrian Airlines. I governi di Belgio, Francia, Germania, Italia e Norvegia hanno anche già invitato i loro cittadini a lasciare il Paese dei cedri, mentre l’ambasciata americana ha chiesto agli statunitensi “che non vogliono lasciare il Libano di prepararsi a rimanere nei loro luoghi per un lungo periodo”.
Dopo l’eliminazione, avvenuta nel giro di 24 ore, del numero due degli Hezbollah e del capo politico di Hamas, l’ayatollah Ali Khamenei ha ordinato alle forze armate iraniane di attaccare direttamente lo Stato ebraico. Ancora non è chiaro in cosa consisterà questa rappresaglia, ma probabilmente si tratterò di un massiccio attacco missilistico e con droni come quello dell’aprile scorso. Israele si è detto pronto a qualsiasi tipo di scenario e il premier Benjamin Netanyahu ha promesso di far “pagare un prezzo molto alto a chi si metterà contro di noi”. Gli Stati Uniti hanno posizionato le loro forze navali presenti nel Golfo per rispondere ad ogni eventualità e l’amministrazione di Washington ha affermato per ben due volte nel giro di poco tempo che interverrebbe in aiuto di Tel Aviv in caso di un conflitto totale.
Questa ipotesi, però, non sembra essere nelle intenzioni delle varie parti coinvolte. In particolare, l’Iran non avrebbe intenzione di fronteggiare direttamente lo Stato ebraico in un conflitto di breve durata e ad alta intensità. Da più parti, inoltre, sono arrivati appelli alla moderazione per tentare di evitare che la guerra in corso a Gaza si estenda fino a ingolfare tutta la regione.
La Repubblica islamica dovrà comunque fare una mossa, visto il durissimo colpo inflitto alla credibilità del suo dispositivo di sicurezza e alle sue aspirazioni di potenza regionale dall’uccisione di Haniyeh. I prossimi giorni, o forse le prossime ore, saranno determinanti per l’assetto futuro del Medio Oriente, dei suoi equilibri e delle sue alleanze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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