Mentre la guerra in Ucraina ha raggiunto il giorno numero 991 e ci si avvia verso la metà di novembre, le preoccupazioni riguardano il lungo inverno a cui va incontro la popolazione: il timore è che una rappresaglia della Russia possa lasciare i cittadini ucraini al freddo e al buio, con temperature estremamente rigide che potrebbero mettere a dura prova la loro sopravvivenza. Alle ansie si aggiungono però le speranze per la fine del conflitto, e dalle parole di Donald Tusk si intravedono segnali di un cauto ottimismo almeno per uno stop momentaneo ai combattimenti sul campo di battaglia. Anche Orban è in pressing, ma da Zelensky è arrivato un chiaro "no".
Una data per il cessate il fuoco in Ucraina?
Il primo ministro della Polonia, intervistato dall'emittente Polskie Radio, ha fatto sapere che a stretto giro si aspetta che venga indicata "una data" per il cessate il fuoco in Ucraina. Non solo: a breve sarebbero attese delle dichiarazioni anche sulla determinazione dei suoi confini e sulle garanzie di sicurezza per Kiev. Tusk ha inoltre osservato che il piano del neo-presidente Usa, Donald Trump, potrebbe essere ancora in fase di sviluppo.
"Si tratterà certamente di decisioni che comporteranno una minore ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini", ha aggiunto. In ogni caso, il primo ministro polacco ha annotato che le decisioni sulla guerra in Ucraina "non possono essere prese sopra le teste degli ucraini, ma neanche sopra le nostre".
Il pressing di Orban
Nelle ultime ore anche Viktor Orban, intervenuto in conferenza stampa a Budapest al termine del summit della Comunità politica europea, è andato in pressing e ha indicato il cessate il fuoco come precondizione della comunicazione che a sua volta è un requisito indispensabile per la pace. Nelle sue intenzioni, l'ideale sarebbe dare spazio e tempo alle parti in guerra per riprendere il dialogo e iniziare a negoziare sui contenuti da mettere sul tavolo delle trattative, "smettendo di uccidersi a vicenda".
Insomma, per il primo ministro ungherese il cessate il fuoco è "il primo passo verso la pace". A quel punto - ha aggiunto Orban - si può iniziare a parlare concretamente di un accordo che sia "accettabile, durevole, a lungo termine" tra Ucraina e Russia. Ovviamente i colloqui saranno complicati e lunghi, ma a suo giudizio in questo momento parlare troppo della soluzione di pace e della fase post-guerra rischia di ridurre la possibilità di arrivare a un cessate il fuoco.
Il "no" di Zelensky
Le prospettive di un cessate il fuoco, però, preoccupano e non poco Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha parlato di "discussioni pericolose" e ha sostanzialmente rispedito al mittente la strategia delineata da Orban. Ha ricordato i tentativi del 2014, la perdita della Crimea e infine l'invasione della Russia su vasta scala nel 2022.
"Abbiamo già avuto un cessate il fuoco, seguito da uno scambio di prigionieri, ma la guerra non si è fermata", ha
aggiunto. Dunque per Zelensky si tratta di "minacce" e il cessate il fuoco va considerato come "la preparazione per rovinare e distruggere la nostra sovranità, la nostra indipendenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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