"Declino ed esaurimento". Bertinotti affossa il Pd

L'ex segretario di Rifondazione comunista ammette di non vedere all'orizzonte alcun atto di rottura necessario per la rinascita

"Declino ed esaurimento". Bertinotti affossa il Pd

Il declino del Pd potrebbe condurre inesorabilmente alla sua scomparsa, come già accaduto al partito socialista francese: non usa mezzi termini Fausto Bertinotti, ospite di L'aria che tira, per descrivere l'attuale situazione in cui versa la compagine dem.

"Il Partito democratico si sta riorganizzando, si appresta a fare delle primarie, ci sono discussioni sul voto online...", stuzzica Myrta Merlino."La questione mi interessa come cittadino italiano, ma trovo che sia priva di qualunque interesse politico. Totalmente priva", controbatte senza troppi giri di parole l'ex segretario di Rifondazione comunista. "Io non capisco come il Pd non si ravveda che il suo declino, se continua così, è inesorabile. Adesso lo dicono rozzamente anche i sondaggi. Guardiamoli solo per ragionamento", puntualizza Bertinotti, "se il Pd è arrivato al 15% in questa discesa, può scomparire domani. È scomparso il Partito socialista francese, la stessa sorte può toccare al Partito democratico".

Il problema principale, secondo Bertinotti, è che all'orizzonte non si intravede alcuna svolta. "Io non vedo nessun elemento di rottura. Si sta facendo una cosa che non si chiama neanche congresso. Per potersi riprendere, bisogna indicare il punto di partenza, la leva, e la meta", considera l'ex parlamentare. I congressi di un tempo avevano ben altri obiettivi rispetto a quelli sbandierati oggi. "Saranno stati antichi, ma i congressi, quando erano veri, si facevano così: si presentava un documento strategico, o più documenti, su cui si sceglieva. E si chiamava un popolo a partecipare, con gli emendamenti e con il dibattito. Oggi non c'è documento, non c'è congresso e non c'è il popolo", considera Bertinotti.

Myrta Merlino chiede al suo ospite di ritornare sulla propria opinione circa le dimissioni di papa Ratzinger. Dimissioni che erano state definite come"rivoluzionarie", perché si liberò dalla"suggestione del potere". "Bertinotti allora disse anche 'Vorrei che la sinistra interpretasse questo gesto'", aggiunge la Merlino, "Il Pd ha bisogno di un atto dirompente come questo?"

"Sì, se anche nella chiesa millenaria è possibile un atto di rottura rivoluzionaria come quella di un pontefice che si dimette, mettendo la sua fragilità contro il potere.

Non dico che vada imitata, ma nemmeno uno spunto? Neanche lo spunto per capire che a un certo punto ci vuole la rottura per rinascere? Senza la rottura restano il declino e l'esaurimento. Questo è il problema", conclude l'ex parlamentare.

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