"Con sindacati confronti finti". Ora Landini frigna contro il governo

Il segretario della Cgil si scandalizza: "Il governo pensa semplicemente di rispondere alla sua maggioranza". Ma dimentica che l'esecutivo deve dar conto del proprio operato agli elettori

"Con sindacati confronti finti". Ora Landini frigna contro il governo
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C'è un principio ben saldo che bisognerebbe tenere in considerazione se davvero si vuole preservare la partecipazione al voto: la fiducia e il rispetto del vincolo tra rappresentante e rappresentato. Un elemento sacrosanto per evitare piagnistei e drammi retorici di fronte al sempre più crescente astensionismo nel nostro Paese. Il concetto potrà sembrare ovvio, ma è doveroso ricordarlo a Maurizio Landini che ancora una volta si è prodigato in una delle solite uscite contro il governo guidato da Giorgia Meloni.

Il segretario della Cgil, intervistato ai microfoni di Agorà su Rai 3, ha fatto il punto della situazione sui rapporti con l'esecutivo di centrodestra e sulle risposte fornite sui temi avanzati con forza in questi mesi dai sindacati. In particolare si chiede un rapido intervento su fronti come occupazione, pensioni, sanità e scuola: la maggioranza ha intrapreso con decisione una strada che però non sembra soddisfare affatto la Confederazione generale italiana del lavoro. Che per bocca del suo leader continua a punzecchiare la rotta tracciata da Meloni.

A ribadirlo a chiare lettere è stato Landini, secondo cui i confronti che fino a questo momento sono avvenuti con il governo "sono stati finti". Ha denunciato che "non c'è una vera discussione" ed è apparso scandalizzato dall'atteggiamento dell'esecutivo. La colpa? "Pensa semplicemente di rispondere alla sua maggioranza", ha accusato il segretario della Cgil. Che grande scandalo: un governo che decide di orientare il suo operato tenendo in considerazione la maggioranza che lo sostiene. E questa sarebbe un'indecenza?

La storiella narrata da Landini è assai curiosa: per caso vorrebbe essere accolto a Palazzo Chigi con tappeti rossi e grossi sfarzi? Magari gli si potrebbe affidare l'agenda politica, munendolo di tutte le penne necessarie per definire la scaletta e gli interventi da promuovere. C'è un piccolo dettaglio che non dovrebbe sfuggirgli: il centrodestra ha vinto le elezioni e deve render conto delle sue azioni agli elettori che il 25 settembre 2022 hanno espresso fiducia nella coalizione.

Il dialogo con il mondo dei sindacati è certamente fondamentale: non si mette in dubbio l'importanza del confronto su questioni cruciali come il lavoro. È altrettanto lecito che Landini frigni continuamente per rivendicare le sue proposte. Ma se la visione della Cgil e quella degli italiani che hanno premiato il centrodestra non coincidono, allora è logico che un governo che intende rispettare il mandato popolare segua il percorso indicato dagli elettori alle urne.

Il che non vuol dire mettere al rogo il rapporto con i sindacati o disconoscerne il ruolo. Bisogna solamente prendere atto che il governo non può farsi dettare l'operato dalla Confederazione generale italiana del lavoro.

Le ricette messe in campo dall'esecutivo saranno deleterie e si riveleranno controproducenti per l'Italia? A esprimersi in merito saranno gli italiani, che quando si tornerà al voto sceglieranno se promuovere o bocciare un governo che comunque ha preferito agire politicamente senza sottostare al forte pressing dei sindacati. È questa la ferma volontà di chi è affezionato al legame con il proprio elettorato.

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