"La Commissione Ue non si schieri". Il monito di Tajani in vista delle europee

Il ministro degli Esteri avverte le istituzioni europee in vista delle prossime elezioni: "Sul voto del 2024 spero che la Commissione non si schieri e resti indipendente. Non sempre è accaduto"

"La Commissione Ue non si schieri". Il monito di Tajani in vista delle europee
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Sovvertire l’attuale maggioranza al Parlamento europeo, disarcionare la consolidata alleanza tra Popolari e Socialisti europei e formare una coalizione inedita tra popolari, liberali e conservatori. Insomma, riproporre un’alleanza strutturale di centrodestra a Strasburgo. L’obiettivo del governo guidato da Giorgia Meloni è tanto ambizioso quanto difficile. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani tiene il punto e, incalzato dal Corriere della Sera, prova a tracciare la strada verso le elezioni europee fissate a giugno 2024.

Il monito di Tajani

Manca ancora un anno alle elezioni ma la posta in gioco è molto alta. Gli ostacoli, più o meno nascosti, sono dietro l’angolo. Il ministro degli Esteri, in vista della prossima tornata elettorale, prova a mettere dei paletti fissi. A cominciare dal ruolo dell’Europa e delle sue istituzioni. “Spero che la Commissione – esordisce Tajani – che è istituzione che rappresenta tutti, non si schieri e resti indipendente dai singoli governi. Non sempre è accaduto”. Le operazioni politiche ostili da parte dei vertici Ue non sono ammesse. “Io – spiega Tajani – mi aspetto istituzioni indipendenti dai singoli governi, sopra le parti”.

Un monito tanto azzeccato quanto attuale. Non è la prima volta che l’Unione Europea, nei modi più disparati, interviene con commenti fuori misura in merito a questioni prettamente nazionali. Per ultimo, il diverbio sull’attuazione e sul controllo del Pnrr.“Si è esasperato polemicamente un episodio già chiuso – prova a smorzare i toni il ministro forzista – C’è stata una frase di un portavoce sul ruolo della Corte dei Conti che era sbagliata anche del merito”. L’obiettivo del governo, a differenza di quanto urla la stampa di sinistra, ha un solo obiettivo: accelerare i tempi dell’attuazione del Piano europeo. “Non c’è nessun attacco da parte nostra alla Corte – rassicura Tajani – nulla di strano nel fatto che si proroghi una norma varata dal precedente governo sui controlli concomitanti ma successivi delle spese”.

Le elezioni europee

Sullo sfondo di questi dissidi tra Unione Europa e governo Italiano rimangono, come giusto che sia, i veri nodi politici. Tra un anno, più precisamente dal 6 al 9 giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento europeo. L’attuale maggioranza non sta vivendo uno dei suoi periodi migliori e l’alleanza tra Popolari e Socialisti europei sembra ormai giunta al termine. A questo si aggiunge un trend politico netto. Se da una parte i partiti di sinistra di tutta Europa perdono terreno, le coalizioni di centrodestra si stanno affermando sempre di più all’interno della scena europea.

L’obiettivo dei principali partiti conservatori è manifesto. Silvio Berlusconi, intervistato ieri da IlGiornale, ha provato a sintetizzare così: creare un “centrodestra europeo”. Il ministro Tajani, seguendo le parole del Cavaliere, aggiunge: “È un fatto che sta crescendo complessivamente il centrodestra: i risultati in Finlandia, Grecia e Spagna lo dimostrano”.

Sull’ipotesi di alleanza tra Ppe, Liberali e Conservatori, il vicepremier azzurro rivendica il ruolo di Forza Italia come“motore centrista, come ideali e valori, e non solo numericamente”.

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