"Ognuno gli affari propri", "Prendetevi le responsabilità". Scintille tra Pd e M5S

Schlein invoca unità, Appendino la gela: "Bisogna essere testardamente coerenti. Contano i fatti, non le etichette". L'irritazione del dem Rossi: "Non dia patenti di coerenza"

"Ognuno gli affari propri", "Prendetevi le responsabilità". Scintille tra Pd e M5S
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Anche il 2024 sta per volgere al termine e il centrosinistra non perde occasione per mostrarsi litigioso. Da una parte il Partito democratico predica unità per costruire un'alternativa al governo guidato da Giorgia Meloni, ma dall'altro i veti incrociati e le divergenze rispetto al Movimento 5 Stelle mettono in mostra quanto sia complicato unire tutti i partiti dell'opposizione sotto lo stesso cappello. E così ancora una volta Pd e M5S si ritrovano a bisticciare a distanza, disorientando gli elettori e confermando che la strada della conciliazione è tutta in salita.

A lavorare per un abbraccio con i pentastellati è soprattutto Elly Schlein, che continua a definirsi testardamente unitaria. Ma oggi è stata lei stessa, intervenendo all'Assemblea nazionale dem, a pronunciare parole chiarissime rivolte ai potenziali alleati: "So bene che i processi di maturazione richiedono pazienza, ma allo stesso tempo non possiamo passare il prossimo anno ognuno a farci gli affari propri, pensando di rinviare alla vigilia delle politiche la sintesi e la costruzione dell'alternativa che dobbiamo alla nostra gente".

Tradotto: al campo largo bisogna pensare ora, perché sarebbe un grave errore dedicare attenzione all'ammucchiata rossa solamente a ridosso delle prossime elezioni nazionali. Dichiarazioni che suonano come una sorta di avvertimento agli altri partiti del centrosinistra: il Pd è disposto a pazientare, ma non è possibile immaginare un 2025 all'insegna delle differenziazioni e dei distinguo tra le opposizioni. Che, a oltre 2 anni di distanza dalle politiche del 25 settembre 2022, non sono ancora riuscite a costruire una strategia comune.

Alla presa di posizione di Schlein è seguita la risposta stizzita di Chiara Appendino, secondo cui invocare l'unità e professarsi testardamente unitari non basta: "Bisogna essere testardamente coerenti". La vicepresidente del Movimento 5 Stelle è entrata nel merito e ha elencato alcuni punti della discordia: la nomina di Raffaele Fitto alla Commissione europea, il via libera al bis di Ursula von der Leyen, il Salva-Milano e l'invio di armi all'Ucraina. Ed è su questi fronti che è arrivata la bordata dell'ex sindaco di Torino: "Non scappiamo dai problemi, cara Elly, assumetevi le vostre responsabilità. Contano i fatti, non le etichette".

Parole, anche queste, che hanno infuocato gli animi. Tanto che dal Pd non è tardata ad arrivare una reazione irritata. Domenico Rossi, segretario regionale del Pd Piemonte, ha invitato Appendino a guardare in casa propria "invece di dare patenti di coerenza sui valori progressisti". A tal proposito ha citato le continue giravolte del M5S, dal governo con la Lega al via libera ai decreti Sicurezza salvo poi definirsi progressista indipendente.

Rossi dunque ha chiesto "rispetto reciproco", auspicando che il Movimento capisca che un atteggiamento del genere rafforza Meloni e allontana gli elettori di centrosinistra. Alla faccia dell'unità.

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