"Papà non è un brand". I figli di Berlinguer contro L'Unità

Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer non ci stanno che le immagini del padre vengano utilizzate oggi per promuovere L'Unità: "Della storia precedente, nulla rimane"

"Papà non è un brand". I figli di Berlinguer contro L'Unità
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Guerra intestina nella galassia rossa italiana. Da una parte ci sono i quattro figli di Enrico Berlinguer e dall'altra il quotidiano L'Unità, che Piero Sansonetti ha fatto rinascere dopo il fallimento, fondato da Antonio Gramsci nel 1924. Con una lettera aperta pubblicata sul quotidiano la Repubblica, Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer hanno espressamente attaccato il direttore e la redazione del periodico in difesa del nome e della memoria del loro padre, per il quale chiedono che vengano evitate tutte le strumentalizzazioni moderne.

A infastidire così tanto gli eredi di Berlinguer, esattamente nel giorno della sua scomparsa, l'11 giugno 1984 a causa di un ictus sopraggiunto durante un comizio a Padova, è stata la campagna pubblicitaria approntata per promuovere la terza rinascita de L'Unità. Per lanciare il ritorno nelle edicole del quotidiano, infatti, è stata scelta una foto del marzo 1984 che ritrae il leader del Pci sorridente, circondato dalla folla che animò il corteo contro i tagli alla scala mobile del governo Craxi. Si tratta di una delle foto più iconiche di Enrico Berlinguer, che vene utilizzata da L'Unità dei tempi per l'apertura di prima pagina del quotidiano. "Eccoci!", titolò a caratteri di scatola nel 1984 il quotidiano, allora diretto da Emanuele Macaluso.

"Certo la memoria storica appartiene a tutti e per noi è motivo di gioia sapere che la vita e l'attività di nostro padre vengano sentite e vissute da quanti gli vogliono ancora bene, ciascuno secondo la propria soggettività, ma altra cosa è trasformare il suo ricordo in un brand pubblicitario. Per favore, lasciatelo in pace", è la chiusa della lettera, che rappresenta il cuore di tutto il discorso che i figli del leader del Partito comunista rivolgono a L'Unità. I quattro, infatti, ci tengono a far notare sia alla redazione che ai lettori che "quello che torna oggi nelle edicole è un quotidiano interamente nuovo, che dell'antico e glorioso giornale conserva solo il nome". Per questo motivo, utilizzare quello stesso claim e quella stessa immagine, oggi, per gli eredi di Enrico Berlinguer appare offensivo per la memoria delle battaglie e delle idee di loro padre. L'immagine "utilizzata come spot pubblicitario per promuovere l'uscita in edicola di un nuovo quotidiano che ha assunto un vecchio nome, l'Unità, diretto ora da Piero Sansonetti", non è oggi accettabile.

"Da quella prima pagina sono passati, così come dalla morte di nostro padre, quasi quarant'anni e, nel frattempo, il mondo è totalmente cambiato.

Tutto è mutato: da oltre tre decenni non esiste più il Partito Comunista Italiano e nessuno di quell'antica leadership", ribadiscono i figli, che ci tengono a sottolineare come quel nome torna in edicola ma, si osserva ancora, "solo perchè quando è stato messo all'asta, un imprenditore più rapido di altri è riuscito ad acquisirne la proprietà. Ma della storia precedente, nulla rimane". Per il momento, da L'Unità non sono arrivate repliche.

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