Quanto accaduto ieri a Milano e a Roma non può essere ignorato. Sono state sventolate le bandiere di Hezbollah, è stato fatto un minuto di silenzio in ricordo di Hassan Nasrallah, leader del "partito di Dio" ucciso durante un raid israeliano, e sono stati mostrati i cartelli con gli "agenti sionisti". I manifestanti pro Palestina hanno gettato la maschera sui loro veri obiettivi e sulla loro natura. Questo ha permesso di aprire uno spazio di opportunità per realtà come il partito dei Carc, che pur non avendo stretti interessi nel sostegno alla Palestina, li sta usando per perseguire i propri scopi, ossia creare i disordini utili a rendere il Paese "ingovernabile" al fine di "imporre un governo d’emergenza" di Blocco popolare. I loro propositi sono pura utopia ma quando dichiarato dal palco della Festa Nazionale della Riscossa Popolare, che si è tenuta sabato 28 settembre nel quartiere di Gratosoglio, a Milano, è un forte segnale d'allarme.
Sul palco, oltre a esponenti del Carc, è salito anche Gabriele Rubini, ex cuoco televisivo noto come Chef Rubio. Non è la prima volta che presta il suo volto a iniziative dei Carc e ieri sera era in piazza nella manifestazione di Milano. Schierato dalla parte della Palestina, da ben prima dell'inizio delle nuove ostilità lo scorso 7 ottobre, Rubini è solito alzare i toni e provocare, come dimostrano le diverse querele ricevute. Ieri, dal palco di Gratosoglio, li ha forse alzati troppo, ancora una volta, chiamando all'azione contro quelli che definisce "agenti sionisti", ossia soggetti politici, della cultura, dell'imprenditoria e del giornalismo che devono essere puniti. "Se uno non dorme la notte ed è in grado di selezionare dei muri, dove sa che all’interno di quelle case vivono degli agenti sionisti, 3.80 euro di bomboletta e inizia a scrivere", ha detto l'ex personaggio televisivo. Una pratica che ricorda molto, troppo, da vicino quel che facevano i nazisti con gli ebrei.
Le sue parole compongono un altro pezzo del puzzle che si sta definendo nella galassia dell'estrema sinistra, di cui fanno parte, oltre ai Carc, anche il (nuovo) Partito Comunista Italiano. È questa entità, che ha in comune i natali con i Carc, che da settimane aggiorna una lista di proscrizione all'interno della quale sono presenti i nomi di imprenditori, giornalisti, politici, esponenti della cultura e del mondo ebreo. Lo scopo, scrivono, è "tenere il fiato sul collo ai giornalisti complici e tifosi del genocidio in corso a Gaza".
Dal palco dei Carc di Pontedera, lo scorso agosto Rubio ha dichiarato: "I primi responsabili e obiettivi della resistenza continentale in sostegno del popolo palestinese sono i giornalisti e le giornaliste. Loro devono avere paura ad andare a lavoro ogni giorno, devono temere per l’incolumità dei loro figli e delle loro figlie".
Aggiungendo: "Se ci fosse un movimento globale generale dovrebbe attaccare prima i media". Se si uniscono tutti i pezzi di questo puzzle, emerge un quadro dai tratti inquietanti, un forte campanello d'allarme che non può rimanere inascoltato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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