L’asse anti-governativo, dopo avere concluso la telenovela sullo sciopero generale, prepara il contrattacco formale. La segretaria del Pd Elly Schlein, appena due giorni fa, non ha fatto in tempo ad annunciare una contromanovra “su sanità, scuola e lavoro” che il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, ha già calato l’asso nella manica. Il sindacato rosso ha scritto la contro Legge di Bilancio: 51 pagine di emendamenti prontamente inviate alla commissione Bilancio del Senato. L’obiettivo è ovviamente quello di strapazzare la manovra di bilancio targata Giorgia Meloni. Con un piccolo problema sullo sfondo: le coperture finanziarie.
Il costo di una possibile manovra firmata Landini è spaventoso. Secondo i calcoli di alcuni esperti, la legge di bilancio del sindacato costerebbe alla casse dello Stato la bellezza di 87 miliardi, 32 milioni e 650mila euro. Se si trattasse di un argomento poco serio verrebbe quasi da ridere. Il confronto con la vera manovra di Bilancio - quella approvata un mese fa dal consiglio dei ministri – è a dir poco impressionante. Il costo della finanziaria targata centrodestra è poco meno di 24 miliardi di euro complessivi, frutto di 16 miliardi di extra gettito e per il resto di tagli di spese. La copertura della ricetta lacrime e sangue di Landini, si legge nelle fitte pagine di emendamenti, viene giustificata con “il recupero dall’evasione fiscale”. A partire, nemmeno a dirlo, dall’azzeramento dei costi pluriennali per la costruzione del Ponte di Messina di Matteo Salvini. Nel complesso una soluzione campata per aria, generica e astratta. Perfetta per la versione politica e combattiva della Cgil guidata da Landini: ideologica da un lato e distante dalla realtà dall’altro.
Dentro la cornice di 87 miliardi di maggiore spesa pubblica la situazione, come spesso accade, peggiora e non di poco. Il merito della contromanovra è ancora più pericoloso del metodo. Nel “fantastico” mondo di Landini si torna alle vecchie e fallimentari abitudini. In primis, sul reddito di cittadinanza grillino: via le pene carcerarie in caso di truffe, via le sanzioni e niente perdita del reddito per il nucleo familiare. Insomma, un ritorno al reddito grillino della prima ora. In combinato disposto con il ritorno dell’assistenzialismo diffuso, Landini prevede un aumento considerevole di stipendio ai dipendenti pubblici. Il numero preciso è 32 miliardi e 210 milioni in più da destinare al settore pubblico.
Previsti anche 23,3 miliardi al Servizio sanitario nazionale per il triennio considerato dalla Legge di Bilancio (2022 – 2024) 5,5 miliardi di finanziamenti ulteriori al fondo nazionale per le autosufficienze. L’assurda contromanovra del capo della Cgil è un mix di comicità, soldi a profusione e ricette rivelatesi fallimentari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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