Centrodestra a valanga: la sinistra non strappa una Regione da 8 anni

L'ultimo dem a riuscire a riconquistare una Regione guidata dal centrodestra fu Vincenzo De Luca, in Campania, nel 2015: da quel momento neanche più uno "strappo" alle Regioni azzurre. Anzi…

Centrodestra a valanga: la sinistra non strappa una Regione da 8 anni

Per espugnare una Regione governata dal centrodestra ci sarà da aspettare un'altra occasione. Il Partito Democratico - e il centrosinistra in generale - non riesce a imporsi in "trasferta" da ormai otto anni in un'elezione regionale. La disfatta in Friuli Venezia Giulia dell'alleanza giallorossa, con la contemporanea riconferma di Massimiliano Fedriga alla guida dell'amministrazione territoriale del Nord Est dell'Italia, conferma la tendenza che è ormai in atto dalla primavera del 2015: nessun movimento politico avversario della coalizione che attualmente è maggioranza in Parlamento (che sia Pd, Movimento 5 Stelle o partiti dell'estrema sinistra) è mai riuscito a strappare il potere alla guida di una Regione che in quel momento è nelle mani di un rappresentante di centrodestra.

De Luca, l'ultimo vincitore

L'ultimo a riuscire in questa impresa è stato Vincenzo De Luca che, nella notte tra il 31 maggio e il 1° giugno del 2015, trionfò in "trasferta" e costrinse Stefano Caldoro all'interruzione della propria esperienza politica al comando della Regione Campania. Quello era ancora il Partito Democratico guidato da Matteo Renzi, che ricopriva in quel periodo anche la carica di presidente del Consiglio. La tornata elettorale di fine primavera di otto anni fa, dove il centrosinistra aveva in qualche modo "tenuto", si rivelò l'inizio del declino politico dell'ex sindaco di Firenze, che successivamente cadde sotto i colpi prima delle elezioni Comunali nel giugno 2016 (Roma e Torino in primis) e poi del referendum costituzionale del 4 dicembre. Il 60% dei No alla sua proposta di revisione della Carta sancì la fine della sua esperienza a Palazzo Chigi.

Il centrodestra ha fatto incetta di Regioni

Fatto sta che, dopo aver preso la Campania in quella circostanza, il vecchio e il nuovo raggruppamento "rosso" non ha mai fatto evidenziare nelle Regioni il segno "2" in schedina, sempre per mantenere il paragone calcistico. Anzi, spesso è avvenuto esattamente l'opposto: ovvero che fosse il centrodestra a strappare diverse Regioni amministrate dalla sinistra. Capitò con la Sicilia nel 2017 (da Crocetta si passò a Musumeci), in Abruzzo (da D'Alfonso a Marsilio), in Sardegna (da Pigliaru a Solinas), in Basilicata (da Pittella a Bardi), in Piemonte (da Chiamparino a Cirio) e in Umbria (da Tesei a Bianconi) nel 2019; in Calabria (da Oliverio a Santelli), nelle Marche (da Ceriscioli ad Acquaroli) nel 2020 e più recentemente nel Lazio (Rocca ha preso il posto di Zingaretti).

La mappa delle Regioni amministrate resta così fermo a quello che si era modificato lo scorso 13 febbraio: 15 per il centrodestra e 4 per il centrosinistra, a cui resta solo

Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia e per cui le varie Lombardia, Veneto, Calabria, Sicilia e Friuli Venezia Giulia (governate dal centrodestra e tutte riconfermate negli ultimi anni) si sono sempre dimostrate un campo minato.

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