"Umilia i lavoratori". "Salvini ignorante". La sinistra in tilt sullo sciopero

La sinistra parte all'attacco del governo dopo la decisione del garante degli scioperi di precettare lo sciopero generale indetto per venerdì

"Umilia i lavoratori". "Salvini ignorante". La sinistra in tilt sullo sciopero
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Tutti contro il governo. La sinistra parte all'attacco del premier Giorgia Meloni e del ministro dei Trasporti Matteo Salvini dopo la decisione del garante degli scioperi di fermare la mobilitazione generale indetta dai sindacati per venerdì 17 novembre.

"Giorgia Meloni ha aumentato la precarietà e in manovra taglia i servizi e le pensioni, le taglia anche a medici e infermieri mentre smantellano la sanità pubblica. E intanto umilia i lavoratori calpestando il diritto di sciopero", attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein, che profetizza: "È un assaggio del premierato forte: forte coi deboli e debole coi forti". Su Facebook, invece, annuncia che i dem continueranno a battersi "contro una manovra senza alcuna visione del futuro del Paese". La segretaria del Pd attacca il governo che "sta imponendo al Paese un capolavoro di iniquità, che colpisce tutte le generazioni e aumenta le disuguaglianze, sbugiardando ogni propaganda fatta in campagna elettorale".

Il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte, invece, prende di mira il ministro Salvini che "minaccia e suggerisce ai sindacati in quali giorni dovrebbero fare sciopero" e, poi, chiarisce che "il problema non è lo sciopero ma le ragioni dello sciopero e quelle ragioni le sottoscriviamo completamente". Ancora più duro Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, che senza usare mezze parole dice: "Fanno bene Cgil e Uil a confermare lo sciopero, il divieto è ingiustificato". Secondo Fratoinni "è comprensibile che Salvini abbia reagito in modo stizzito all'annuncio dello sciopero", visto che non ha mantenuto le promesse fatte, ma è "meno comprensibile" la decisione presa dalla Commissione di garanzia sugli scioperi che anziché un'autorità indipendente "sembra piuttosto una Commissione di garanzia del governo". Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, non comprende le ragioni della Commissione di Garanzia che quest'anno ha dato il suo benestare a ben sette scioperi generali, proclamati da sigle non confederali.

"Sembrerebbe quasi un accanimento nei confronti dei sindacati principali", attacca Bonelli che, poi, si lancia in illazioni: "I casi sono due: o il ministro Salvini lo sapeva prima ed ha creato una finta polemica per poi avere ragione, oppure la Commissione si è fatta convincere dal governo, e questo sarebbe ancora più grave". Il leader dei Verdi invita la Commissione a chiarire "questi dubbi". Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, infine, chiede che la commissione di Garanzia sugli scioperi sia audita in Commissione per capire "i criteri per cui si è proceduto alla precettazione a differenza di altri scioperi indetti dai sindacati autonomi". Scotto, poi, non ha risparmiato critiche (insulti) al vicepremier: "Salvini è un ignorante che non sa che i lavoratori ci rimettono di tasca propria quando si astengono dal lavoro.

A differenza di chi da uno scranno ministeriale può sparare qualsiasi fesseria senza pagare pegno". Scotto dice di voler capire in Parlamento "come è andata davvero" perché non si fida "di chi usa il proprio potere per condizionare organismi che dovrebbero essere terzi".

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