Lombardia, in alto i calici nel Vinitaly dei tormenti

Dall'Oltrepò alla Franciacorta, il Lugana e la Valtellina ecco come i territori enologici regionali vanno alla Fiera

Lombardia, in alto i calici nel Vinitaly dei tormenti
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Mentre Milano accoglie il mondo del design, a circa 150 chilometri di distanza, a Verona, la Lombardia gioca la sua partita nel Vinitaly che ha aperto ieri a Verona Fiere la sua edizione numero 57 e che quest'anno è particolarmente delicato a causa degli attacchi che da più parti arrivano al vino italiano: cambiamento climatico, nuove abitudini alimentari, etichette salutistiche e buon ultimi i dazi voluti dal presidente statunitense Donald Trump che colpiranno il made in Italy enologico che ha negli Usa il primo mercato di export.

Insomma, è particolarmente importante esserci tra i padiglioni veronesi. E la Lombardia ci sarà eccome: con numeri importanti, un export cresciuto dai 176 milioni di euro del 2009 agli oltre 312 milioni di euro del 2024, una produzione nel 2024 di 935 mila ettolitri di vino, pari a 125 milioni di bottiglie potenziali, e con una quota dell'86 per cento di vini a denominazione di qualità. La Lombardia vanta 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt, in rappresentanza di territori unici e differenti paesaggi. Tutte agguerrite nel padiglione regionale dominato dalle immagini delle montagne, che tra meno di un anno ospiteranno le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Vediamo come arrivano sette dei principali territori del vigneto Lombardia.

Oltrepò Pavese Storico territorio con 13.500 ettari vitati che si presenta al Vinitaly forte della rinascita degli ultimi anni, legata a due vitigni di grande moda e che sulle colline pavesi sono di casa: il Pinot Nero e il Riesling. Il vino più blasonato è il Metodo Classico ottimo anche nella versione rosé (il cosiddetto Cruasé), ma il più popolaresco è certamente la Bonarda e poi il rosso dolce Sangue di Giuda.

Franciacorta Territorio delle bollicine nobili ma ancora abbastanza giovane e quindi dalle potenzialità notevoli, il consorzio ha compiuto 35 anni un mese fa: allora raggruppava 29 produttori, oggi le cantine associate sono 120. Il disciplinare prevede la produzione in 19 comuni nella parte della provincia bresciana che affaccia sul lago di Iseo. Il punto forte è certamente lo Chardonnay che dà eleganza e finezza, poi Pinot Nero e Pinot Bianco. La tipologia Satèn ha bollicine più morbide e meno atmosfere. Il consorzio raccoglie anche il Curtefranca Doc e il Sebino Igt.

Valtellina È la terra dei più grandi vini rossi della regione, vini eroici per essere coltivati su ripidi terrazzamenti tra le Alpi e il lago di Como. La base è l'uva Chiavennasca, versione locale del magnifico Nebbiolo, il vino più caratteristico lo Sforzato (o Sfursàt), un rosso secco da appassimento, balsamico e identitario.

Moscato di Scanzo Moscato passito a bacca rossa, è ottenuto dall'omonimo vitigno autoctono prodotto nel territorio di Scanzorosciate, comune in provincia di Bergamo, su un territorio di soli 31 ettari. Una vera chicca, accaparrarsene una bottiglia è una vera fortuna,ù

San Colombano Il vino di Milano è coltivato nelle colline a sud della metropoli e prende il nome dal santo irlandese che oltre a evangelizzare l'area inizò la coltivazione della vite. Il San Colombano rosso è realizzato con Croatina, Barbera e Uva Rara, il bianco con Chardonnay e Pinot Nero anche in versione «mossa».

Lugana La sponda lombarda del lago di Garda regala questo vino bianco a base Turbiana, elegante e talora tropicale, che si trova anche nelle versioni Superiore, Riserva, Vendemmia Tardiva e Spumante.

Botticino

Ci piace citare questa minuscola Doc nella provincia di Brescia, dove si produce marmo e questo vino rosso da uve Barbera, Marzemino, Schiava Gentile e Sangiovse che si abbina benissimo ai salumi e e allo spiedo bresciano.

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