Calenzano, trovato l'ultimo corpo: 5 le vittime dell'esplosione. Inchiesta per omicidio colposo plurimo

Il bilancio dei morti sale ancora. Soltanto uno finora è stato identificato: l'autotrasportatore 51enne Vincenzo Martinelli

Calenzano, trovato l'ultimo corpo: 5 le vittime dell'esplosione. Inchiesta per omicidio colposo plurimo
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Un risveglio amaro quello vissuto stamattina dai soccorritori. Alla ripresa delle ricerche dei dispersi sotto le macerie delle pensiline del deposito di carburanti Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, sono stati rinvenuti altri tre cadaveri, quelli delle persone disperse. Sale purtroppo il bilancio delle vittime dell'esplosione avvenuta nella giornata di ieri, poco dopo le 10. A perdere la vita, fino a questo momento, sono stati cinque lavoratori, l'ultimo ritrovato a ora di pranzo.

Identificata una delle vittime

Le persone rimaste ferite nella deflagrazione sono ventisei, nove delle quali sono state trasferite in ospedale. Soltanto una delle vittime finora è stata identificata: si tratta dell'autotrasportatore 51enne Vincenzo Martinelli, originario di Napoli ma residente a Prato. Per le altre quattro vittime, Carmelo Corso, 57 anni, Gerardo Pepe, 46 anni, Franco Cirielli, 46 anni, e Davide Baronti, 49 anni, l'identificazione appare più complessa.

Il procuratore Luca Tescaroli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Al vaglio anche le ipotesi dei reati di lesioni colpose, aggravati dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro, e di disastro colposo.

Il botto spaventoso e l'esplosione

Sembrava un lunedì come gli altri ai depositi dell'Eni di Calenzano. Il fine settimana di riposo e la ripresa del lavoro, Nessuno dei lavoratori immaginava che, nel momento in cui le attività cominciavano a carburare, ci sarebbe stata l'inattesa deflagrazione. Gli inquirenti sono al lavoro per capire cosa sia successo. Dai primi riscontri sembrerebbe l'esplosione sia avvenuta in un'autocisterna durante una manovra di carico, provocando un grosso incendio. Una fitta nube nera si è alzata al cielo facendo temere il peggio per la salute pubblica ma, a quanto pare, il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato ulteriori guai, facendo cessare l'allarme inquinamento. Secondo l'Arpac la qualità dell'aria è ritornata nella norma.

Soccorsi no stop

I soccorritori continuano a lavorare senza sosta anche questa mattina, dando assistenza anche ai diversi sopravvissuti, sotto choc per l'esplosione. "Sono un miracolato - ha dichiarato al quotidiano la Repubblica uno dei lavoratori scampati al disastro - devo essere felice perché posso ancora stare con mia moglie e con mio figlio. Non erano ancora le 10.30. Ero in attesa di entrare al carico quando c'è stato il boato. Non so dire perché. Ero dietro le pensiline, l'esplosione ha spaccato tutti i vetri del mio mezzo e mi ha ridotto così. Ho sentito le schegge conficcarsi nel viso". Adesso è rcoverato all'ospedale Careggi di Firenze. "Sono sceso dal mezzo e mi sentivo ancora stonato, non riuscivo a correre - ha raccontato - ma ce l'ho fatta a raggiungere l'uscita. Lì ho trovato altri autisti riusciti a scappare come me da quell'inferno e abbiamo chiamato i soccorsi".

Il resoconto del presidente Giani

"Sono tre le persone ferite nell'esplosione avvenuta ieri nel deposito Eni di Calenzano ancora ricoverate: un operaio all'ospedale di Careggi di Firenze e due operai all'ospedale Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino, considerati in gravi condizioni per le ustioni riportate. Quattro dei ricoverati a Careggi sono già stati dimessi". A fare un primo resoconto del dopo esplosione a Calenzano è il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervistato questa mattina a ReStart su Rai 3. L'area dove si trova il deposito Eni, sito sotto normativa Seveso perché a rischio di incidenti rilevanti, secondo Giani non è ideale per un deposito di stoccaggio con 24 serbatoi di carburanti, "ma è evidente che lo era quando è stata realizzata, perché era aperta campagna e vi era l'immediato collegamento con l'autostrada".

Il presidente ha poi concluso: "Nel frattempo a Calenzano si è sviluppata una forte zona industriale, l'area tra Firenze e Prato si è densamente abitata e per il futuro sicuramente non si presenta appropriata una collocazione di questo genere; indubbiamente dovranno essere revisionate le attività svolte".

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