I punti chiave
Meghan Markle è stata di nuovo accusata di bullismo da ex membri del suo staff. Un’esclusiva di Vanity Fair Uk, a cinque anni dalla Megxit, ha approfondito non solo il rapporto della duchessa con i suoi collaboratori, ma anche le scelte lavorative sbagliate o non portate avanti fino in fondo che hanno portato i Sussex a rimanere in una sorta di limbo, a metà tra ex membri senior della Corona britannica e divi filantropi, senza trovare, almeno finora, il loro posto nel mondo. In contemporanea un alleato di Trump ha accusato la coppia di sfruttare i titoli nobiliari per fare politica.
“In pasto ai lupi”
Lo scorso 17 gennaio Vanity Fair Uk ha fatto il punto della situazione lavorativa di Harry e Meghan a cinque anni esatti dalla Megxit. Parlare dei progetti più o meno concretizzati dai duchi in questi anni implica anche affrontare il discorso della loro popolarità altalenante e del rapporto con le persone che hanno collaborato alle iniziative della coppia.
Quest’ultimo argomento in particolare ha sollevato di nuovo la questione del bullismo, delle presunte angherie che la duchessa avrebbe riservato ad alcuni membri del suo staff. Una persona che ha collaborato alla realizzazione del podcast Archetypes ha descritto la sua esperienza di lavoro con Meghan come “davvero, davvero, davvero spaventosa” e “molto dolorosa”. La duchessa avrebbe addirittura una sorta di schema comportamentale che si ripeterebbe sempre allo stesso modo. Nelle fasi iniziali dell’interazione professionale, ha spiegato la fonte, sarebbe cordiale, pronta a incoraggiare e simpatica.
Se, però, le cose non vanno come stabilito, Meghan “diventa fredda e distaccata nei confronti della persona che considerava responsabile…Come se [Meghan] giocasse a dama, non dico neanche a scacchi, ma fosse perfettamente consapevole della posizione di tutti sulla scacchiera. E quando non ci sei, puoi essere dato in pasto ai lupi in qualunque momento”. Ovvero la duchessa inizierebbe a “minare” la personalità dei malcapitati “parlando alle [loro] spalle, corrodendo la [loro] autostima. Proprio come le teenager di Mean Girls”.
Sembra addirittura che alcuni collaboratori abbiano abbandonato il lavoro a causa dello stress e siano finiti in terapia. Al contrario Jane Marie, che ha lavorato con i Sussex a degli audio per Archewell e anche con Michelle Obama, sostiene di essersi trovata bene con la duchessa: “È una persona deliziosa e autentica”. A questo punto rimane il dubbio: chi è davvero Meghan Markle? Dov’è la verità?
Poche idee confuse
Il quadro generale delineato dal magazine non sembra riservare sorprese positive nemmeno sul fronte lavorativo. Sembra quasi che Harry e Meghan non sappiano davvero cosa vogliono e chi vogliono diventare. Qualunque cosa facciano, non riescono quasi mai a distinguersi, sebbene si dedichino con una certa cura alle loro iniziative.
Per esempio secondo Bloomberg, citato da Vanity Fair, il principe Harry avrebbe voluto creare un programma di interviste a uomini molto potenti come Mark Zuckerberg, Donald Trump e Vladimir Putin. L’idea di base sarebbe stata quella di analizzare gli ostacoli incontrati da questi personaggi fin dall’infanzia e capire se e in che modo tali esperienze li avessero resi dei "sociopatici". Un progetto che, presentato in questo modo, appare decisamente irrealizzabile, visto che i nomi coinvolti dovrebbero accettare l’etichetta di “sociopatici”.
Inoltre partirebbe da una premessa in parte errata. Infatti un collaboratore dei Sussex avrebbe sentito Harry dire: “Ho avuto un grave trauma infantile. Mia madre è stata assassinata. Cosa mi ha impedito di diventare come questi cattivi?”. La questione psicologica posta dal duca non è così lineare, senza contare che rimane una sua convinzione, non una verità verificata, il fatto che Lady Diana sarebbe stata assassinata.
Con Meghan non sarebbe stato più semplice. Secondo le fonti in un primo momento la duchessa avrebbe accettato di dire cose più audaci nel suo podcast Archetypes, per esempio intitolare una puntata “pu…”, o pronunciare la parola “str…”, ma ogni volta si sarebbe tirata indietro, costringendo gli autori della serie a rivedere il lavoro già fatto.
“Ogni episodio sembrava sempre più annacquato”, ha rivelato una fonte. “[Harry e Meghan] avevano…ottime idee”, ha detto la produttrice Jane Marie. Tuttavia un insieme fatale di “autocensura e dinamiche aziendali” avrebbe reso molte delle loro iniziative impraticabili. Ben più duro è un altro insider, che ha sottolineato le presunte ambizioni irrealistiche dei due: “[Harry e Meghan] volevano un grande tema per spiegare il mondo, ma non avevano idee”.
“Critiche politiche”
Contemporaneamente alle nuove accuse di bullismo e di parziale incapacità nella realizzazione dei progetti c’è anche una critica forte alla lettera aperta inviata da Harry e Meghan a Meta, in relazione alla rinuncia del colosso al fact-checking.
Nile Gardiner, alleato di Trump e direttore del Margaret Thatcher Center for Freedom and Bernard and Barbara Lomas Fellow alla Heritage Foundation, ha dichiarato al Daily Beast che la polemica dei Sussex in merito alle scelte di Meta sarebbe, in realtà, “una questione profondamente politica”. Per questo sarebbe “fortemente inappropriato” che due persone che si fregiano del titolo di “duca e duchessa di Sussex” intervengano “in una questione politica molto scottante”.
Gardiner ha citato la neutralità politica della royal family britannica, spiegando: “Per i membri della famiglia reale essere coinvolti in tali questioni palesemente politiche è, in tutta franchezza, estremamente inappropriato. Va contro il protocollo reale. L’uso dei loro titoli per promuovere le loro agende personali e politiche si fa beffe dell’usuale neutralità della royal family. La loro dichiarazione non era una moderata richiesta di dialogo.
Era una vera e propria invettiva politica”. Secondo Gardiner l’intervento dei Sussex non farà altro che indispettire gli americani, riportando l’attenzione sulla questione delle presunte bugie relative all’uso di stupefacenti nei documenti d’immigrazione di Harry.
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