La tiara, la telefonata, il titolo: le rivelazioni del libro su Kate

Il primo incontro con William, la malattia della regina Elisabetta, l’affetto di Carlo III: la biografia di Kate Middleton racconta aneddoti inediti sulla vita della royal family dietro le porte chiuse del Palazzo

La tiara, la telefonata, il titolo: le rivelazioni del libro su Kate

Il 1° agosto 2024 è stata pubblicata la biografia “Catherine. La Principessa di Galles” (Rizzoli), scritta dall’esperto reale Robert Jobson. Il libro ripercorre la vita, le sfide e il carattere di Kate, raccontando, attraverso la figura della principessa, anche la quotidianità della royal family britannica. Ne emerge un ritratto positivo e lusinghiero della futura Regina, descritta come una donna attenta, moderata, seria e responsabile, oltre che affascinante. Anzi, l’opera sembrerebbe quasi una risposta a "Spare", il memoir del principe Harry. Se questi ha scagliato dardi avvelenati contro la Corona a ogni pagina, la biografia scritta da Jobson ricostruirebbe l’immagine della monarchia anche partendo dalle ceneri lasciate dal duca.

“Diplomatica e tenace”

“Se [Kate] fosse nata cinquant’anni prima, la sua parabola sarebbe stata impensabile, materia per fiabe”, ha scritto Robert Jobson, commentando il percorso esistenziale di Kate, da borghese a futura Regina d’Inghilterra. Nel suo libro “Catherine. La Principessa di Galles” l’esperto reale ha sottolineato le doti che hanno aiutato Kate a diventare la principessa amata che è oggi: “Dietro quel sorriso luminoso…c’è una donna volitiva, con un’intelligenza brillante e una tenace determinazione”. La tempra, però, sarebbe in qualche modo mitigata da un’indole tranquilla e “dall’innata” inclinazione di Kate per la diplomazia, la calma, ma inarrestabile ricerca della mediazione, della soluzione razionale ai conflitti familiari: avrebbe “un effetto calmante” su tutta la famiglia, in particolare sul principe William, famoso per il suo presunto carattere irascibile. Lo stesso Jobson, già nel libro Charles III. The Man and The Monarch Revealed” (2023), inserì il commento di un insider che aveva rivelato: “[Il principe William] può essere una [persona] difficile…È…determinato e questo può renderlo impaziente”. Inoltre “a volte [il principe] è soggetto a scatti d’ira che solo Kate riesce a placare”.

Tra William e Carlo

Non solo Kate sarebbe capace di ammorbidire i tratti più rigidi della personalità del marito, ma avrebbe anche sviluppato l’abilità di mediatrice tra William e Carlo III. Padre e figlio, infatti, sarebbero spesso su binari diversi in merito alle questioni che riguardano la monarchia. Per esempio nella biografia Jobson ha raccontato che William avrebbe voluto far viaggiare tutta la sua famiglia su un unico elicottero, scelta fortemente sconsigliata dal protocollo per ragioni di sicurezza: cosa accadrebbe se, in caso di incidente, la Corona perdesse tutti i suoi eredi? Carlo, furioso con il suo primogenito, avrebbe chiesto l’intervento della regina Elisabetta e imposto a William di firmare un documento in cui rinunciava al suo proposito. Kate sarebbe riuscita a mitigare le tempeste d’ira tra il marito e il suocero. “[La principessa] ha spianato la via a William e a suo padre affinché avessero un rapporto migliore rispetto al passato”, ha scritto Jobson.

Il Re “vuole bene a Kate”

Grazie a Kate sarebbero ormai lontani i tempi in cui, come dichiarò l’autore nell’opera dedicata al Re Carlo, William poteva diventare “irascibile” durante i confronti con il padre, scatenando un putiferio a corte: “[Il sovrano] ha temperamento, ma non continua all’infinito. Può sentirsi frustrato ed esplodere, ma poi, in un istante, è tutto dimenticato. William dimentica raramente”. Sua Maestà sarebbe grato alla nuora per “la buona influenza” che ha sulla corte, ha sottolineato Jobson nell’opera sulla vita di Kate. “Le vuole bene e apprezza sinceramente tutto ciò che fa”, l’impegno messo per tenere insieme la famiglia e la monarchia. Kate ricambierebbe questo affetto e lo dimostrerebbe rivolgendosi al suocero con il tenero appellativo di “nonno”.

La telefonata d'addio

Kate sarebbe “emotivamente matura”, portata a “considerare entrambe le parti di una disputa”. Può darsi che questa sia una dote naturale, come sostiene Jobson, ma non è da escludere che la principessa abbia affinato questa capacità con il tempo e con le esperienze. Anche quelle negative, come il grave litigio avuto con William durante la Pasqua del 2007 e raccontato nel libro “Catherine. La Principessa di Galles”: “In una conversazione telefonica di trenta minuti carica di emozioni la coppia ammise di non essere sulla stessa lunghezza d’onda…”. William avrebbe lasciato Kate per telefono, sostenendo che entrambi dovessero allontanarsi e cercare “un po’ di spazio” per “trovare la loro strada”. Stando alla ricostruzione di Jobson dopo quel chiarimento il principe sarebbe andato con gli amici nel nightclub Mahiki a Mayfair e, complice qualche bicchiere di Dom Perignon di troppo, avrebbe gridato davanti a tutti: “Sono libero!”.

“Una persona più forte”

La principessa non rimase a guardare e tantomeno a disperarsi. Avrebbe cercato davvero quello “spazio” di cui le aveva parlato William viaggiando e iniziando una frenetica vita mondana. Un cambiamento totale, un segnale di forza di volontà che non avrebbe lasciato indifferente William. Dopo diversi tentativi di riavvicinamento, ha raccontato Jobson, Kate avrebbe accettato un invito dell’ex fidanzato a una festa in maschera, il 9 giugno 2007. Durante quella serata si sarebbe riacceso l’amore tra i due. Nell’intervista concessa in occasione del fidanzamento e citata dal People, la principessa Catherine ha ricordato così quei tre mesi di lontananza da William, evidenziando quanto l’abbiano aiutata a crescere: “All’epoca non ero molto felice, ma in realtà ciò mi ha reso una persona più forte…ho davvero apprezzato quel periodo per me”.

Quella frase sul colore della pelle di Archie

“L’intera famiglia è addolorata…Le questioni sollevate, in particolare quelle riguardanti la razza, sono preoccupanti. Sebbene alcune ricostruzioni possano variare, vengono prese molto sul serio e la famiglia le affronterà in privato…”. Così rispose Buckingham Palace, in un comunicato ufficiale, alle accuse di razzismo formulate da Harry e Meghan nell’intervista a Oprah Winfrey, nel marzo 2021. La duchessa di Sussex accusò i reali di aver fatto dei commenti discriminatori sul colore della pelle di Archie. Né lei né Harry vollero mai dire il nome del presunto autore, scatenando una sorta di caccia alle streghe sui tabloid che coinvolse Carlo III, Kate e perfino la principessa Anna. In particolare è rimasto impresso nella memoria collettiva il passaggio “recollections may vary”, “le ricostruzioni possono variare”, dapprima attribuito alla regina Elisabetta. Secondo Robert Jobson, invece, l’intuizione di questa frase sarebbe stata di Kate, che non avrebbe mai davvero accettato la presenza di Meghan a corte. In quelle tre parole in inglese sarebbe racchiuso tutto l’astio della principessa per le dimissioni dei Sussex nel 2020, ma anche la sua ferma volontà di smentire velatamente la duchessa per proteggere la Corona da uno scandalo.

I gioielli di Lady Diana

Tra la duchessa di Sussex e il principe William le cose sarebbero andate anche peggio. Sappiamo che l’erede al trono avrebbe consigliato al fratello di “andarci piano” con Meghan, di ponderare bene l’idea del matrimonio. La situazione sarebbe precipitata quando Harry avrebbe iniziato i preparativi delle nozze e scelto William come suo testimone, ha raccontato Jobson. Il primogenito di Carlo e Diana sarebbe stato così diffidente nei confronti di Meghan e talmente contrario al royal wedding da chiedere udienza alla regina Elisabetta per farle una richiesta sorprendente: vietare alla futura cognata di indossare i gioielli di Lady Diana. Poco importava che Kate sfoggiasse l’anello di fidanzamento con zaffiro della compianta principessa. Il desiderio di William non venne esaudito, visto che la Markle indossa da anni i preziosi della suocera. A tal proposito sembra che durante i preparativi per il royal wedding Meghan abbia messo gli occhi sulla Spencer Tiara, ovvero il gioiello che Lady Diana indossò il giorno del suo matrimonio, il 29 luglio 1981. Aneddoto che arricchisce l’ormai celebre “Tiara-Gate”, il mistero sulla selezione della tiara nuziale di Meghan e sui suoi presunti capricci che avrebbero fatto perdere la pazienza perfino alla regina Elisabetta, la quale avrebbe tuonato: “Meghan porterà la tiara che io le darò”. Alla fine la scelta cadde sulla Queen Mary’s Diamond Bandeau Tiara, ma l’enigma non è mai stato risolto.

La paura di diventare principessa del Galles

Kate Middleton non avrebbe accettato il titolo di principessa del Galles a cuor leggero. Anzi, nella biografia a lei dedicata viene chiarito che la principessa avrebbe preferito il titolo di duchessa di Cornovaglia. Non sarebbe stato solo il timore del confronto con Lady Diana a preoccuparla. In fondo quel tipo di paragone l’aveva accompagnata fin dal suo arrivo a corte, sebbene fosse fonte di enormi pressioni e aspettative. Sembra che Kate volesse evitare di risvegliare il dolore degli inglesi, per il quale il titolo di principessa del Galles era ormai legato in maniera indissolubile a Diana e un’eventuale insofferenza popolare nei suoi confronti (anche Camilla vi aveva rinunciato per lo stesso motivo, ma il suo caso era completamente diverso). Alla fine Kate avrebbe accettato l’onore e l’onere di diventare principessa del Galles per l’affetto e il rispetto che prova nei confronti di Carlo III.

La morte della regina Elisabetta

Nella biografia Jobson sostiene che la regina Elisabetta sarebbe morta a causa di un tumore che negli ultimi tempi l’avrebbe resa quasi cieca. Non per “l’età avanzata”, come riportato, invece, sul certificato di morte. I dubbi in merito erano già stati espressi subito dopo la dipartita della sovrana. Infatti la pubblicazione, da parte della National Records of Scotland, del documento che attesta il decesso della Regina avvenne solo il 29 settembre 2022: un ritardo che i tabloid giudicarono inspiegabile e che diede adito a numerose teorie complottiste. In ogni caso la teoria secondo cui Elisabetta sarebbe morta di cancro è già stata proposta dall’esperto Gyles Brandreth nel suo libro “Elizabeth. An Intimate Portrait” (dicembre 2022): “Avevo sentito che la Regina aveva una forma di mieloma, un cancro del midollo osseo, che spiegherebbe la stanchezza, la perdita di peso e quei ‘problemi di mobilità’ di cui si è parlato spesso durante l’ultimo anno della sua vita…La Regina è sempre stata discreta e non ha mai detto più di quanto assolutamente necessario…Sapeva che il suo tempo stava finendo, ma lo ha accettato di buon grado”.

La principessa che ha studiato l’arabo

Nel libro Jobson ha riportato anche degli aneddoti più leggeri riguardanti la vita della futura Regina d’Inghilterra. Sappiamo bene, anche grazie alle note biografiche riportate sul sito della royal family, che la principessa trascorse parte della sua infanzia ad Amman, in Giordania, dove suo padre, Michael, lavorava come manager della British Airways. La famiglia Middleton vi si trasferì nel maggio 1984, quando Kate aveva solo due anni e vi rimase fino al settembre 1986. Durante il soggiorno in Giordania Kate frequentò, come ha raccontato il magazine Hello, la scuola materna Assahera, una delle più costose della regione. In quel frangente, ha rivelato a The National News la ex direttrice della scuola (ormai chiusa), Sahera al-Nablusi, Kate iniziò a imparare l’arabo attraverso la conversazione, le canzoni, le storie sulla vita del profeta Maometto e la recita di versetti del Corano.

Nel suo libro Jobson è tornato su questa parte dell’infanzia della principessa, a volte tralasciata dai media, sottolineando proprio la sua abilità nello studio della lingua araba. Questo impegno sarebbe stato il preludio allo sviluppo della personalità metodica della principessa, attraverso la quale divenne, negli anni, una studentessa modello e una reale impeccabile.

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