"Si può contrastare l'immigrazione illegale". Starmer a Roma per imparare da Meloni come fermare gli sbarchi

Il primo ministro britannico laburista sbarca nella Capitale a "lezione" dal governo italiano: "L'Italia ha ridotto drasticamente l'immigrazione irregolare e voglio capire come è successo"

"Si può contrastare l'immigrazione illegale". Starmer a Roma per imparare da Meloni come fermare gli sbarchi
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Keir Starmer incontra oggi a Roma Giorgia Meloni per parlare - tra le altre cose - di immigrazione illegale. Il primo ministro britannico, da quando ha vinto le elezioni lo scorso luglio, ha sempre affermato di essere aperto all'elaborazione delle richieste di asilo offshore, che è un'idea su cui la presidente del Consiglio sta lavorando con l'Albania. Inoltre è particolarmente interessato al successo del cosiddetto Processo di Roma adottato da Meloni l'anno scorso, che ha visto l'Italia stringere accordi con i paesi nordafricani, tra cui la Tunisia, per contrastare le bande di trafficanti di esseri umani e rimpatriare i migranti. I due, concluso l'incontro, sono usciti per una breve passeggiata nei giardini che si trovano al di fuori del Casino del Bel Respiro. Dopo un decina di minuti Meloni e Starmer sono rientrati per la colazione di lavoro al cui termine si sono tenute le dichiarazioni congiunte alla stampa.

"Occorre intensificare la lotta ai trafficanti di esseri umani. Occorre unire le forze e puntare al cuore di questo traffico", ha esordito la premier Meloni all'inizio della conferenza stampa, sottolineando come sia anche necessario "massimizzare la collaborazione" tra i partner, nonché "approfondire le cause dell'immigrazione con una attenzione nuova verso il Continente africano", rimarca la presidente del Consiglio, perché si tratta di un "fenomeno che riguarda tutta l'Europa". La visita conferma così "la nostra collaborazione estremamente positiva: da tempo i nostri governi lavorano fianco a fianco per cercare risposte strutturate e nel lungo periodo davanti alle sfide del nostro tempo". Italia e Regno Unito sono infatti due nazioni che rappresentano "due pilastri fondamentali della comunità transatlantica e sono chiamate a svolgere ruolo primo piano".

Durante il loro incontro si è parlato molto del protocollo tra Italia e Albania, "che è una soluzione per la quale il governo della Gran Bretagna dimostra molta attenzione e abbiamo offerto tutti gli elementi per comprendere meglio questo meccanismo, che è stata una delle innovazioni portate dal governo italiano nella politica di governo dei flussi migratori", aggiunge Meloni. La presa di posizione del capo dell'esecutivo nazionale su questo tema è molto netta: i migranti in Albania "avranno gli stessi diritti" di quelli che sbarcano a Lampedusa o in un altro hotspot, soltanto che "non saranno in territorio italiano. Non si può sostenere che quello che fa l'Italia in Albania viola i diritti umani", dichiara con veemenza.

Questo bilaterale a Villa Doria Pamphilj arriva dopo che il premier inglese laburista ha nominato Martin Hewitt, un alto ufficiale di polizia, come capo della sicurezza di confine del Regno Unito. Hewitt guiderà il nuovo Border Security Command, che nella visione di Starmer avrà il potere legale e di coordinamento per affrontare le reti criminali che trafficano migranti attraverso il Canale della Manica. L'omologo della Meloni concorda con quest'ultima sull'ampio argomento dei migranti: "L'Italia ha dimostrato che si può contrastare il fenomeno dell'immigrazione illegale". La questione migratoria "è molto sentita in tutta Europa", non solo in Italia e Regno Unito, ha spiegato il premier; i due Paesi "possono condividere esperienze e informazioni", ha evidenziato Starmer. "Ho sempre affermato che è meglio prevenire, è molto meglio che gestire i migranti. In un certo senso, oggi sono tornato al pragmatismo britannico", chiosa il primo ministro inglese.

"Qui ci sono state delle riduzioni piuttosto drastiche. Quindi voglio capire come è successo. Sembra che ciò sia dovuto al lavoro a monte svolto in alcuni dei Paesi da cui provengono i migranti - ha detto Starmer alla stampa inglese -. Credo da tempo che la prevenzione e lo stop ai viaggi siano uno dei modi migliori per affrontare questo particolare problema. Quindi sono molto interessato a sapere come è stato fatto questo lavoro a monte, esaminando, ovviamente, altri schemi, e non vedo l'ora di avere un incontro con il primo ministro con la quale c'è già la volontà comune di lavorare insieme per porre un freno a questo vile commercio".

Infine, la questione Ucraina: "Per quello che riguarda il tema dell'autorizzazione ai missili di lungo raggio, queste sono decisioni che prendono le singole nazioni, i singoli Paesi che forniscono questi armamenti anche tenendo in considerazione quelle che sono le loro legislazioni di riferimento, la loro Costituzione", afferma Meloni. In Italia, questa autorizzazione oggi "non è in discussione ma sono tutte decisioni che noi condividiamo ovviamente con i nostri alleati. Lo dico semplicemente per dire che non va letto, come invece mi è sembrato che in alcuni casi si facesse, come un indietreggiare rispetto al sostegno all'Ucraina". Del resto quando il Presidente Zelensky è venuto in Italia non più tardi di due settimane fa ha detto che non avrebbe chiesto all'Italia "nulla di più di quello che sta già facendo. Chiaramente ognuno ha i propri riferimenti per prendere queste decisioni e noi abbiamo preso la nostra, ma penso che si veda e si continui a vedere come il sostegno italiano all'Ucraina sia un sostegno a 360 gradi che andrà avanti fin quando è necessario che ci sia.

E anche questa posizione, sempre a differenza di quello che ho detto a volte, è una posizione perfettamente condivisa anche all'interno di tutta la maggioranza di governo", ha assicurato la premier ribadendo a più riprese come "l'obiettivo sia ora quello di mettere fine alla guerra".

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