Il risultato del pressing politico di sinistra sul caso giudiziario di Ilaria Salis non si è fatto attendere. Dall'Ungheria, il portavoce del governo Zoltan Kovacs è infatti tornato a parlare della delicata vicenda con toni ruvidi. Proprio come aveva fatto nelle scorse settimane, innescando tensioni con l'Italia. "Dobbiamo chiarire che nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l'Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove arrivare e pianificare di picchiare qualcuno a morte", ha scritto l'emissario del governo di Viktor Orban sulla piattaforma X.
Poi l'ulteriore affondo: "No, nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano (o di qualsiasi altro importante mezzo di informazione) al governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali". Parole che riaccendono le frizioni con Budapest e che confermano la linea di buon senso suggerita nei giorni scorsi dal nostro ministro degli esteri, Antonio Tajani. "Eviterei di politicizzare il caso, se no si rischia lo scontro", aveva affermato il capo della Farnesina, mettendo in guardia la sinistra che diversamente aveva alzato le barricate contro l'Ungheria dopo la più recente udienza del processo che vede la nostra connazionale come imputata. Sarà forse una coincidenza, ma dopo quei contrasti è arrivata la nuova reazione muscolare dell'ungherese Kovacs.
Da metà febbraio - ha attaccato su X il portavoce governativo - "il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere 'preoccupato' per la sicurezza della figlia finché sarà in Ungheria. Per questo motivo hanno chiesto gli arresti domiciliari in Italia, richiesta riguardo alla quale il ministro degli Esteri Szijjártó ha risposto che 'a decidere sarà il tribunale, che è un organismo indipendente'...". Kovacs ha quindi aggiunto: "Giovedì scorso il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata da Salis, affermando che esisteva il rischio che fuggisse o si nascondesse. Per lei la procura chiede ora una condanna a 11 anni. Perché? Perché c'è il ragionevole sospetto che Ilaria Salis si sia recata in Ungheria con i suoi due sodali antifascisti con l'obiettivo di picchiare persone innocenti per le strade di Budapest". Poi ha accusato i media italiani di "dipingere Salis come una martire".
Let's get some facts straight about the case of #IlariaSalis:
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) April 2, 2024
Since mid-February, Ilaria Salis' father, Roberto Salis, has been touring the European media saying that he is "concerned" about his daughter's safety as long as she is in Hungary. Therefore, they applied for… pic.twitter.com/GkFQCK20aZ
Durissima la reazione di Roberto Salis, padre della maestra lombarda accusata in Ungheria di aver assalito due neonazisti. "Il processo è già stato fatto, il verdetto è già stato emesso, non si capisce perché proseguano con le udienze...", ha commentato all'Ansa l'uomo.
"Quando c'è un politico che se la prende con un privato cittadino di un altro Stato è chiaro che c'è qualcosa di incredibile", ha aggiunto, parlando di "spiccata tendenza alla tirannide" da parte dell'Ungheria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.