È la prima donna a guidare il più grande centro di ricerca del Paese. Maria Chiara Carrozza, 56 anni, ex ministro e professore ordinario di Bioingegneria industriale, è stata nominata presidente del Cnr. È stato il ministro dell'Università Maria Cristina Messa a chiamarla alla guida del Consiglio Nazionale delle ricerche per i prossimi quattro anni. «È una sfida e una responsabilità senza precedenti. Ma anche un cambio di passo e di prospettiva», ha commentato la ricercatrice.
Laurea in Fisica all'università di Pisa, dottorato in ingegneria alla Scuola Superiore Sant'Anna, Carrozza è stata la più giovane rettrice italiana. Direttore scientifico dell'Ircss Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, ha diretto e condotto ricerche nei settori della biorobotica, della biomeccatronica, della neuro-ingegneria della riabilitazione di cui è uno dei principali esponenti. Le sue protesi neuro-robotiche di mano o di gamba per restituire agli amputati il senso del tatto, la capacità di manipolare con destrezza, di camminare e di sostenere pesi e i suoi esoscheletri per la riabilitazione di persone colpite da ictus o da patologie neuromuscolari hanno ottenuto una risonanza internazionale. Carrozza ha ricoperto importanti incarichi scientifici in Italia e all'estero, è autrice di numerose pubblicazioni. Ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina. È stata anche ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nel governo Letta. Era stata eletta nel 2013 alla Camera come capolista in Toscana per il Pd e per questo si era dimessa da rettore della Scuola Superiore Sant'Anna. Alle politiche del 2018 non si è più ricandidata. Il ministro Messa le ha augurato buon lavoro: «Con questa nomina il Cnr torna a essere nel pieno delle sue funzioni organizzative e gestionali, oltre che scientifiche».
Per il responsabile del Lavoro, Andrea Orlando, la nomina «darà un impulso decisivo alla ricerca nel nostro Paese». Mentre il titolare dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ritiene «la scelta di una donna un messaggio positivo e di ispirazione per le nostre studentesse».
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