C'è una saldatura tra gruppi di sinistra estrema, centri sociali, collettivi, associazioni pro Palestina e addirittura ambientalisti radicali alla base della «Festa della Riscossa popolare», l'evento del 4 agosto a Pontedera che ha ispirato la lista di proscrizione contro giornalisti, politici e intellettuali da parte del (nuovo) Partito Comunista Italiano. Come si legge nella premessa del documento contro i fantomatici «agenti sionisti in Italia», «il Comitato centrale del (nuovo) Pci fa proprio l'appoggio alla resistenza palestinese espresso durante la Festa della Riscossa popolare (Frp) organizzata a Pontedera (Pisa) dal Partito dei Carc, in particolare durante l'iniziativa Con la Palestina che resiste, fino alla vittoria!», per poi precisare che «relatori e partecipanti all'iniziativa hanno in una certa misura fatto propria la tesi che la più alta forma della solidarietà di noi italiani con il movimento di liberazione della Palestina è lo sviluppo della lotta contro il sistema politico della larghe intese che da anni governa il nostro paese e che ha ora la sua espressione nel governo Meloni».
Il programma della Festa della Riscossa popolare aiuta a comprendere meglio il contesto culturale e ideologico da cui nasce il documento del (nuovo) Partito comunista italiano a cominciare dalla sigla che ha promosso l'evento: il Partito dei Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il Comunismo). Si tratta di un movimento extraparlamentare di stampo marxista-leninista e maoista fondato nel '92 con una notevole storia giudiziaria. Nel 2009 il responsabile regionale toscano viene arrestato per la devastazione di un circolo di estrema destra con la condanna di cinque esponenti dei Carc a 2 anni di reclusione. Spulciando i loro canali social, tra inni a Lenin e immagini di Mao colpisce un manifesto intitolato «Cacciare Giorgia Meloni e il suo governo» con la foto della premier a testa in giù e la didascalia: «Serve una nuova liberazione».
Il riferimento è ovviamente a Piazzale Loreto ma la domanda sorge spontanea: è normale che un «partito» pubblichi un manifesto in cui si invita all'impiccagione del presidente del Consiglio? La risposta è ovviamente no. Alla Festa della Riscossa Popolare nel panel «Con la Palestina fino alla vittoria!» è intervenuta anche Rajeh Zayed dell'Unione Democratica Arabo Palestinese. Negli ultimi mesi si è verificato uno stretto legame tra sinistra radicale e pro Palestina testimoniato non solo dalle occupazioni nelle università ma da numerosi eventi promossi da gruppuscoli e partitini comunisti e associazioni anti-Israele. Tra i partecipanti al dibattito «E adesso governiamo. Imporre le misure che servono, lottare per le amministrazioni locali che servono» ci sono le «Brigate di solidarietà attiva Emilia Romagna» (il cui simbolo raffigura una stretta di mano sovrastata da una stella rossa) e Ultima Generazione. D'altro canto non è un mistero il legame di un certo ambientalismo con le istanze pro Palestina e l'estrema sinistra. Intanto non è ancora chiaro chi ci sia dietro la sigla il cui segretario generale si fa chiamare «compagno Ulisse». Inoltre nel sito del (nuovo) Pci viene spiegato come criptare i documenti, creare una chiave Usb criptata e usare il Tor per conversazioni criptate con una chiave Pgp.
Durante la Festa nazionale della Riscossa popolare Chef Rubio disse che giornalisti e giornaliste considerati vicini a
Israele: «Devono avere paura ad andare al lavoro ogni giorno, loro devono temere per l'incolumità dei loro figli e delle loro figlie», dopo pochi giorni è arrivata la lista di proscrizione. Quale sarà il prossimo passaggio?
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