Solo se una vettura viene prodotta in Italia ha titolo di vantarsi di questa unicità apponendo sulla carrozzeria il tricolore. In caso contrario, non basta la marca per fregiarsi del «Made in Italy». A farne le spese è stata la Fiat di Stellantis che si è vista bloccare dalle autorità del porto di Livorno un carico di 134 microcar elettriche Topolino, in pratica la francesina Citroën Ami ribattezzata e resa più accattivante per i gusti italiani. Il motivo? Questa microcar non può farsi bella, mostrando sulle portiere il tricolore italiano, in quanto nasce nella fabbrica di Stellantis a Kenitra, in Marocco. Gli adesivi tricolori sulle portiere, di fatto, sono stati considerati segni ingannevoli per il consumatore finale. In proposito, il vecchio Accordo di Madrid «sulla repressione delle falsi o fallaci indicazioni di provenienza», parla chiaro. A questo patto, negli anni, hanno aderito, oltre all'Italia, anche lo stesso Marocco, e tra gli altri Paesi: Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Serbia, Spagna e Ungheria.
Non è dunque un caso che Adolfo Urso alla dicitura «ministero delle Imprese» abbia voluto unire «e del Made in Italy», proprio per tutelare il patrimonio unico (industria, moda, design, enogastronomia, arte e altro) della Penisola, in passato troppo spesso violato. Ma la musica ora è cambiata. Era stato lo stesso Urso, nel 2003, a mettere nero su bianco con un'apposita legge che considera reato, punito dall'articolo 517 del Codice penale, la vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Da qui il blocco delle Fiat Topolino nel porto di Livorno, prima di essere distribuite nelle concessionarie, da parte di Agenzia delle dogane e Guardia di finanza. La vicenda, emersa ieri, risale allo scorso 15 maggio.
Stellantis ha risposto che toglierà gli adesivi con la bandiera italiana. Il gruppo, però, precisa che «l'adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l'origine imprenditoriale del prodotto e che, sin dal momento della presentazione del nuovo modello, è sempre stato chiaro nel dichiarare che questo viene fabbricato in Marocco». «Si ritiene - conclude Stellantis - di avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione delle Topolino, senza alcun intento decettivo verso i consumatori».
Tra Stellantis e il ministro Urso è il secondo scontro ravvicinato sul «Made in Italy». Pochi giorni dopo il lancio mondiale, a Milano, della nuova Alfa Romeo, chiamata appunto «Milano», in onore delle origini del marchio, ma prodotta in Polonia, a Tychy, ecco arrivare il dietrofront per placare gli animi e la «nuova» denominazione Junior per il crossover.
Resta da vedere, tornando all'Accordo doganale di Madrid, se il caso Italia farà scuola, ovvero se anche gli altri 53 Paesi che hanno aderito applicheranno alla lettera quanto previsto.
La Fiat Topolino, presentata il 4 luglio del 2023 a Torino dal presidente di
Stellantis, John Elkann, e dall'ad di Fiat, Olivier François, è un quadriciclo elettrico di 2 posti e guidabile a 14 anni. Autonomia di oltre 75 chilometri e listino da 9.890 euro. La mitica Topolino del 1936? Tutta un'altra cosa.
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