Storia intergenerazionale, in parte biografica, a cavallo tra Asia e America. Il racconto (universale ma piatto) di come da giovani sognatori si possa diventare vetusti anaffettivi
Il mondo violento di un certo tifo organizzato, le sue contrapposizioni interne, i dogmi, i piccoli tradimenti: una famiglia allargata in cui il calcio è religione e pretesto per sfogare le proprie frustrazioni.
Uscito il 13 marzo, mette in scena una storia drammatica ispirata a uno dei casi irrisolti più famosi d'America, quello sul serial killer di Long Island.
Il nuovo film Netflix Original è un pot-pourri di toni che stridono tra loro ma, se si ha la sola pretesa di immergersi due ore in un guilty pleasure scacciapensieri, fa il suo dovere.
Classico teen-drama con protagonisti amore, amicizia e sofferenza, ma che offre uno spaccato di come il mondo interiore di chiunque sia sempre più complesso di quanto immaginiamo.
Attraverso l'epopea di un cane condotto dal destino verso la propria natura più istintuale, va in scena una storia di formazione dai valori sempiterni.
Un'opera corale che segue i tradimenti e le gelosie di un gruppo di amici dai primi anni ’80 ai giorni nostri, con l'ambizione di farsi ritratto generazionale.
Harley Quinn, la svitata antieroina, torna in un film inneggiante al girl power. Si sorride all'inizio, poi ci si assuefà alle inutili scazzottate in technicolor.
Una storia semplice, una comicità mai volgare e tre partner femminili d'eccezione sono il segreto di un vincente ritorno alle origini, scanzonato ma anche dal retrogusto malinconico.
Uno sforzo tecnico impeccabile e impressionante rende possibile la totale immersione in una realtà fatta di dramma e tensione. Alla lunga, però, ci si sente in un videogioco.