Dalla legge elettorale alla Costituzione, il premier mostra il suo autoritarismo e decide sulla base dei propri impulsi e interessi personali
Il Paese non cresce economicamente, politicamente e culturalmente. Mancano un governo efficiente, una classe dirigente e un sistema informativo degni di un Paese civile
Il Paese è alla deriva. L'economia non riparte, il governo pare un comitato d'affari impegnato ad arricchire ministri e loro familiari, la disoccupazione è agli stessi livelli cui Renzi l'ha trovata; in Europa, conta come il due di picche e nel mondo è a rimorchio degli Stati Uniti
Da una parte c'è il terrorismo, che attacca e colpisce senza porsi problemi giuridici e tanto meno etici; dall'altra c'è l'Occidente democratico-liberale che risponde con le logiche dello Stato di diritto e della propria morale
Siamo rimasti, caduti ovunque i Paesi di socialismo reale, il solo Paese dirigista nel mondo occidentale
Fra i due valori c'è, concettualmente e di fatto, frizione, se non una certa incompatibilità e che l'imposizione di un tasso elevato di giustizia sociale provoca la fine della libertà e perciò del progresso, della crescita economica e persino sociale
Lo Stato manifesta ogni giorno che passa una volontà di dominio sulle libertà individuali che francamente preoccupa
Individuati i candidati, c'è da augurarsi ora che la campagna elettorale per l'elezione dei sindaci di Milanoe di Roma si svolga sui problemi e sul futuro delle due città e non sulla personalità e la collocazione politica dei due candidati sindaci
Mi spiace che la gloriosa Stampa scompaia e finisca in un gruppo dentro il quale ci saranno altri giornali