Milano - La rabbia degli amici di Abba. Un gruppo di amici di Abdoul, il ragazzo di colore ucciso da due baristi il 14 settembre scorso in via Zuretti, ha espresso la propria rabbia per la scelta del rito abbreviato da parte degli imputati al settimo piano del palazzo di giustizia. "Ha ammazzato una persona - ha detto il cugino di Abdoul -. Perché deve avere lo sconto di un terzo della pena?". I carabinieri in servizio a palazzo di giustizia hanno faticato a spiegare loro che, trattandosi di una udienza preliminare, quindi a porte chiuse, il settimo piano di palazzo giustizia è interdetto al pubblico. Il gruppo di giovani, in buona parte di colore, ma anche composto da ragazze italiane, si è quindi allontanato da palazzo di giustizia, dove si sta tenendo l’udienza per l’omicidio di Abba, in cui sono sentiti due medici legali che si sono occupati dell’autopsia sul corpo del giovane.
Il processo È cominciata davanti al gup Nicola Clivio l’udienza per l’omicidio di Abdoul Salam Guiebre. Il giovane, 19 anni, di colore, italiano, di famiglia originaria del Burkina Faso, ucciso il 14 settembre dello scorso anno da due baristi, padre e figlio, Fausto e Daniele Cristofoli, 51 e 31 anni, dopo avere rubato, con due amici, anch’essi di colore, alcuni dolciumi al bar degli imputati. In aula sono presenti i genitori di Abba e i due imputati.
Gli imputati chiedono scusa Fausto Cristofoli e il figlio Daniele hanno chiesto scusa ai famigliari del ragazzo morto. A parlare è stato il difensore dei due imputati che ha chiesto formalmente scusa e ha espresso il rammarico, il dolore e la tristezza per quello che è stato definito come un "fatto disgraziato".
L'udienza proseguirà il 14 maggio Con la prevista richiesta di condanna dei 2 imputati l’udienza proseguirà il 14 maggio. La difesa punta decisamente alla derubricazione da omicidio volontario a preterintenzionale.
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