Papa Francesco, dopo "l'isolamento" imposto dalla pandemia, sembra avere intenzione di alzare il tiro sui temi centrali della sua pastorale. Jorge Mario Bergoglio sta per firmare la terza enclica del suo pontificato: "Fratelli tutti". Questo è il titolo scelto per un'operà che dunque parlerà di fratellanza tra uomini. La cerimonia della firma si svolgerà ad Assisi il prossimo 3 ottobre. Il Papa, dunque, continua nella sua opera, ma in Vaticano risiedono almeno quattro dossier che il pontefice e le alte gerarchie sono chiamati ad affrontare.
Sono tutti temi spinosi, che possono modificare il giudizio delle parti in campo sull'operato del Santo Padre dopo questi primi sette anni sul soglio di Pietro. Dove per "parti" bisogna intendere i cosiddetti "schieramenti vaticani", ma anche le "tifoserie" esterne alle mura leonine, che comunque esistono e dicono la loro. Anche la Curia, infatti, potrebbe reagire positivamente o meno alle novità apportate dal vescovo di Roma e dal C9, in specie sulla riforma della Costituzione apostolica, che è annunciata da tempo ma che non è ancora stata ufficializzata.
Di questioni aperte ne esistono tante, ma i dossier che "scottano" sono soprattutto quattro. In relazione all'interno del mondo ecclesiastico, la fuga in avanti della Germania è il fronte è più caldo. L'episcopato teutonico ha organizzato un "Sinodo" dalla durata biennale, attraverso cui i vescovi tedeschi vogliono approvare delle riforme che potrebbero contrastare con l'indirizzo della Chiesa universale, e dunque con quello di Bergoglio. Il piano geopolitico del futuro non potrà che essere interessato dal rinnovo o comunque dalla discussione riguardante l'"accordo provvisorio" con la Repubblica popolare cinese. A novembre, poi, si vota negli States, e quella turnata non ha mai lo stesso significato delle altre. E ancora l'annosa partita culturale che ruota attorno al "mondo post-Covid" che Francesco vorrebbe disegnare ed assecondare. Infine, appunto, bisogna approvare l'attesa riforma della Costituzione apostolica, che modificherà i rapporti di forza presenti nella Curia romana, con l'annunciato ridimensionamento della Congregazione per la Dottrina della Fede, e non solo.
Gli scandali al vaglio dei "pm" di Bergoglio
A fare da sfondo, ma neppure troppo, poi, ci pensano gli scandali che hanno interessato la Santa Sede nel corso degli ultimi mesi. Il dossier sul caso di Theodore McCarrick, il cardinale che Bergoglio ha "scardinalato" in seguito ad una serie di scandali relativi ad accuse di abusi da parte dell'ex consacrato ai danni di seminaristi, non è ancora stato pubblicato. Il Vaticano ha promesso che sarebbe emersa la verità, in funzione della linea sulla "tolleranza zero" promossa da Joseph Ratzinger prima e dal papa regnante poi. Ma quel documento per ora non c'è. Il caso di "Zio Ted", così come veniva chiamato negli States, si è in qualche modo riaperto, con nuove accuse che riguardano un presunto "sistema" che McCarrick avrebbe posto in essere, invitando giovani presso la propria dimora marittina, possedendo tuttavia intenti di natura sessuale. Questa almeno è la ricostruzione che, nel luglio di questa estate, ha registrato addirittura l'esistenza di uno "schema predatorio" dell'ex cardinale. Durante lo scorso anno, poi, la giustizia del Vaticano, i "pm del papa" e le altre autorità preposte hanno dovuto far fronte a quello che è stato chiamato lo "scandalo del palazzo di Londra". La vicenda giudiziaria potrebbe essere appena iniziata. Il "palazzo" è solo uno degli elementi di un'inchiesta che potrebbe coinvolgere, in linea più generale, un certo modo di gestire i fondi del Vaticano, e più nello specifico "l'obolo di San Pietro", che i fedeli destinato al Romano pontefice, affinché il denaro venga utilizzato per scopi benefici. Nel corso delle indagini, è avvenuto anche l'arresto del broker Torzi. La vicenda del "palazzo di Londra" è molto complessa. Si è persino raccontato di un presunto tentativo di estorsione effettuato nei confronti dell'argentino, ma poi le notizie hanno smesso di trapelare. Il Papa, che sta combattendo una battaglia interna per la trasparenza, ha intenzione di far venire a galla la verità su entrambe le questioni, mentre i tradizionalisti, soprattutto sul caso di McCarrick, incalzano, chiedendo a gran voce la pubblicazione del dossier promesso.
La "rivoluzione" dell'episcopato teutonico
Il primo problema da gestire in ambito organizzativo-dottrinale proviene dalla Germania. I vescovi tedeschi pensano che ci sia bisogno di una sterzata complessiva. Un riforma in grado di modificare parte della dottrina e delle regole di organizzazione delle parrocchie. Quasi come se in Germania sentissero l'esigenza di un "nuovo Lutero" o comunque di una "protestantizzazione". Il "Sinodo interno" è lo strumento che l'episcopato tedesco ha individuato per raggiungere determinati obiettivi: un nuovo rapporto tra dottrina cristiano-cattolica ed omosessualità; l'estensione della possibilità riservata alle donne di ricoprire ruoli di alta responsabilità in seno alle realtà ecclesiastiche; almeno l'avvio di una discussione aperturista sulla attualità del celibato sacerdotale; la concessione ai laici di nuove responsabilità in termini di gestione ecclesiale. Questi sono i quattro topos. Qual è il problema? Il fatto è che, su alcune materie di natura universale, l'unico deputato ad intervenire, dunque a mutare l'approccio o ad introdurre novità sostanziali nella dottrina cristiano-cattolica, è il papa della Chiesa cattolica. I tedeschi, in linea teorica, non potrebbero optare per l'abolizione del celibato sacerdotale in maniera autocefala, così come non potrebbero decidere individualmente di riscrivere il Catechismo nel passaggio che riguarda la omosessualità. Ma le intenzioni dell'episcopato di Germania sembrerebbero proprio quelle annunciate. Il primo anno del "Sinodo" è quello in corso. Alla fine del biennio, con buone probabilità, assisteremo ad uno scontro tra la Santa Sede e le volontà dei tedeschi. Il rischio paventato da tempo è quello dello "scisma". Da Roma è arrivato qualche commento piccato o preoccupato. I tedeschi, che sono per lo più progressisti, potrebbero mollare la presa in corsa o continuare a spingere, magari per influenzare le future mosse dei vertici del Vaticano. Da qualche settimana, dalle parti dell'episcopato teutonico, è addirittura comparsa qualche spinta culturale favorevole alla cosiddetta "dottrina gender".
Tra Stati Uniti e Cina: le prospettive geopolitiche del Vaticano
L'accordo biennale che Santa Sede e Pechino hanno contratto non è mai stato diffuso, ma è in essere. Le parti si erano date due anni per constatare la bontà dei risultati raggiunti, ma la diffusione del Sars-Cov2 ha fatto da impedimento alla verifica. Ecco allora che l'ipotesi più probabile, al momento, è quello di un rinnovo concordato, che potrebbe anche essere tacito. Il Vaticano, nonostante le critiche che i tradizionalisti hanno diretto a Bergoglio, al segretario di Stato Pietro Parolin ed alla diplomazia multilaterale promossa da questa gestione pontificia, sembra avere la volontà di andare avanti. E anche la Cina non sembra avere nulla di contrario alla continuazione del patto. Si vedrà. Il blocco dei viaggi imposto a Bergoglio non consente al Santo Padre di tentare la visita apostolica in Cina. Sarebbe un appuntamento storico, ma il 2021 non dovrebbe essere l'anno giusto per la prima visita di un Papa sul territorio cinese. Forse tra due anni. A novembre, invece, scoccherà l'ora delle elezioni presidenziali americane. Come abbiamo avuto modo di raccontare, la Chiesa americana è divisa, pure in questa circostanza, tra progressisti e conservatori. La sensazione è che negli Stati Uniti succeda in grande, quello che altrove - Europa compresa - viene declinato in piccolo, con una polarizzazione pronunciata tra la sinistra ecclesiastica, che è tutta favorevole al candidato dei Dem Joe Biden, e la destra ecclesiastica, che guarda ovviamente con grandi speranze alla rielezione di Donald Trump. Trump, in questi quattro anni, ha fatto da controcanto a Jorge Mario Bergoglio e viceversa. Nel caso dovesse vincere Biden, papa Francesco potrebbe rintracciare un nuovo alleato per la promozione della sua visione del mondo.
Migranti, reddito universale ed ecologia: il trittico vale ancora
I retroscena sul contenuto scarseggiano, ma è probabile che in "Fratelli tutti", la nuova lettera apostolica del primo vescovo di Roma sudamericano della storia, il Papa abbia inteso attaccare le attuali modalità di distribuzione del reddito. Il 2020 del pontefice sarebbe dovuto essere centrato su accoglienza dei migranti, difesa dell'ambiente e disccusione economico-sociale, con la già ventilata proposta di una forma di redditualità universale. Questi erano i pronostici. Poi però la pandemia ha sconvolto i piani di tutti, compresi quelli dell'ex arcivescovo di Buenos Aires. Ma "Fratelli tutti" potrebbe ripristinare le priorità che il vescovo di Roma aveva individuato per un anno che è stato del tutto particolare e che non è terminato. il 2020 è stato un anno di transizione. Un anno sospeso, in cui la marcia riformistica del gesuita si è dovuta interrompere.
Tra gli addetti ai lavori, intanto, si sta anche discutendo sulla reale capacità dell'"effetto Bergoglio" di continuare ad incidere: il "cigno nero" della pandemia sta di fatto impedendo al pontefice di recarsi in visita presso le "periferie economico-esistenziali" e presso le altre zone di mondo.
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