Taiwan, il norvegese scomparso, le piste europee: chi c'è dietro i cercapersone di Hezbollah

Prosegue l'indagine internazionale per ricostruire il complesso puzzle che ha portato alla manomissione dei cercapersone di Hezbollah. Ancora non è chiaro dove siano stati prodotti i dispositivi e da chi

Taiwan, il norvegese scomparso, le piste europee: chi c'è dietro i cercapersone di Hezbollah
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Mentre proseguono le tensioni tra Israele ed Hezbollah in Libano, l'indagine internazionale sui cercapersone dei miliziani, misteriosamente esplosi il 17 settembre scorso, prosegue. Di piste ne sono state seguite a bizzeffe, con un mistero che passa da Taiwan all'Ungheria, dalla Bulgaria all'Egitto. A dieci giorni dall'attacco, resta ancora un mistero il come e il quando possa essere stata manomessa la supply chain che è giunta fino ai miliziani di Dio.

Tutte le piste portano a Tel Aviv

Israele non ha mai commentato direttamente gli attacchi, ma le ipotesi portano tutte al risultato di un'operazione congiunta del Mossad e dell'esercito israeliano. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, poi, ha tacitamente riconosciuto il ruolo del suo Paese il giorno dopo l'attacco al cercapersone, elogiando "gli eccellenti risultati, insieme allo Shin Bet, insieme al Mossad".

Gli ultimi interessanti dettagli sulla meccanica dell'esplosione li fornisce la Cnn: una delle fonti di sicurezza libanesi ha dichiarato che il modo in cui il materiale esplosivo era stato nascosto nelle batterie dei cercapersone era così sofisticato da non poter essere rilevato, ma non ha fornito ulteriori dettagli sul tipo di controlli a cui erano stati sottoposti i dispositivi prima di entrare nel Paese. Un'altra fonte, invece, ha affermato di aver esaminato uno dei cercapersone compromessi e di aver assistito alla sua esplosione controllata: il materiale esplosivo era "allacciato" all'interno della batteria al litio del cercapersone ed era praticamente impercettibile. Ha aggiunto di non aver mai visto nulla del genere.

Gli interrogatori a Taiwan: chi sono Teresa Wu e Mister Tom?

Quanto alle singole persone protagoniste di questa vicenda, nella giornata di ieri i procuratori di Taiwan hanno confermato di aver interrogato 4 persone come testimoni nell'ambito dell'indagine. Anche il governo di Taiwan ha negato che i cercapersone siano stati realizzati a Taiwan dall'azienda Gold Apollo che, nell'immediato, aveva subito dichiarato di non aver prodotto i dispositivi. I procuratori taiwanesi hanno interrogato il ceo di Gold Apollo, Hsu Ching-kuang, e una donna di nome Teresa Wu, unica dipendente di una società chiamata Apollo Systems Ltd, che secondo Hsu avrebbe facilitato l'accordo con BAC, l'azienda ungherese che avrebbe prodotto su licenza i cercapersone.

Indicata da alcuni come rappresentante della BAC a Taiwan, ruolo negato però dalla Cristiana Barsony Arcidiacono, secondo la quale Wu è una dipendente della Gold Apollo. La donna avrebbe avuto colloqui in videoconferenza con un certo Mister Tom, interlocutore che sosteneva di trovarsi in Austria e parte delle presunte trattative. Personaggio del quale si sa poco o nulla.Secondo la Procura distrettuale di Shilin a Taipei, che sta conducendo l'inchiesta, anche un attuale e un ex dipendente della Gold Apollo sono stati interrogati come testimoni.

Il file rouge tra Norvegia, Bulgaria e Ungheria

Ma le indagini, adesso, passano anche dalla Norvegia. La polizia norvegese ha emesso un mandato di perquisizione internazionale (attenzione, non di arresto) nei confronti di un uomo di origine norvegese in relazione alla vendita di cercapersone al gruppo militante libanese. Rinson Jose, 39 anni, fondatore di un'azienda bulgara presumibilmente coinvolta nella filiera di fornitura, è scomparso la scorsa settimana durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti. Jose si è era rifiutato di commentare l'episodio dei cercapersone quando è stato contattato da Reuters il 18 settembre e ha riattaccato dopo che gli è stato chiesto della sua attività in Bulgaria. Poi non ha più risposto a numerose chiamate e messaggi. Secondo il registro delle imprese bulgaro, nel 2022 Jose ha fondato Norta Global Ltd, con sede nella capitale Sofia. Le autorità bulgare hanno indagato sul ruolo dell'azienda nella fornitura dei cercapersone, ma non hanno trovato prove che siano stati fabbricati o esportati in Bulgaria.

Quanto all'Ungheria, le autorità magiare sono state fondamentali a tracciare alcuni punti saldi di questa vicenda. Innanzitutto, la rotta seguita dalle forniture di Hezbollah, ossia Taiwan-Hong Kong-Beirut. Poi, tracciando alcuni scambi di denaro: la BAC, diretta dall’italiana Arcidiacono ha ricevuto dalla Norta LDT nel periodo Marzo-Giugno 2023 oltre un milione di euro. Successivamente ha eseguito versamenti in favore della Gold Apollo, mentre un altro pagamento ha riguardato una seconda società taiwanese specializzata in spedizioni e logistica. Last, but not least, va ricordato che la BAC e la Norta sono state aperte nella primavera del 2022.

Secondo la ricostruzione del New York Times l’intelligence israeliana avrebbe costituito un reticolo di società ombra che potessero rispondere alle richieste sempre più esigenti di Hezbollah in fatto di sistemi di comunicazione alternativi ai telefoni cellulari.

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