"Meloni ancora legata al fascismo". Il disco rotto dell'Anpi sul caso Vannacci

Gianfranco Pagliarulo torna ad accusare l'esecutivo di centrodestra di non essersi espresso sul libro pubblicato dal generale e rilancia: "Se parla Donzelli e contesta il ministro della Difesa, forse c'è proprio Meloni dietro"

"Meloni ancora legata al fascismo". Il disco rotto dell'Anpi sul caso Vannacci
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Il caso Vannacci continua a tenere banco, nonostante sia ormai passata una settimana da quando i passaggi controversi del suo libro sono finiti sui giornali. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è intervenuto tempestivamente sull'intera vicenda in maniera chiara e netta e, naturalmente, l'ha fatto a nome di tutto del governo. Ma all'Anpi tutto questo non basta ancora. Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Associazione nazionale italiana dei partigiani, nell'intervista rilasciata a Repubblica invita Giorgia Meloni a esprimersi perché "il suo silenzio ha un peso", tirando in ballo anche un vecchio libro che vedeva come coautrice la premier in cui, secondo Pagliarulo, erano contenute "affermazioni incredibili e razziste".

il problema riguardante Vannacci è che quello che ha scritto "non è compatibile con alcuna carica nell'esercito e probabilmente nel farlo non ha rispettato le norme interne all'esercito stesso". Il presidente dell'Anpi ce l'ha, in generale, con tutto l'esecutivo di centrodestra, all'interno del quale sarebbero "evidenti delle crepe". "Se parla Donzelli e contesta Crosetto, forse c'è proprio Meloni dietro", si dice sicuro Pagliarulo in merito alle dichiarazioni di ieri rilasciate dal responsabile nazionale dell'organizzazione di Fratelli d'Italia che erano difformi rispetto a quelle dell'esponente di governo ("Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza"). I provvedimenti presi da Crosetto non sarebbero comunque sufficienti, in quanto "ora occorre capire come questa inchiesta interna andrà avanti, sperando sia consona con le parole della Costituzione, che vietano ogni discriminazione". Nel mirino finisce anche Forza Italia: "Dovrebbe rappresentare il centro, l'area moderata e liberale, nessuno di loro si è espresso".

Il libro del generale Roberto Vannacci si trasforma nell'occasione, per Pagliarulo, di descrivere l'Italia intera in maniera sociologica. "Se è vero che il libro vende molto, e vedendo le critiche alle scelte di Crosetto, si conferma lo spessore reazionario del nostro Paese, che non è maggioranza ma c'è ed è consistente, è lo zoccolo duro della reazione italiana dai tempi del Msi". Infine, la classica accusa (nemmeno troppo) velata di "fascismo" nei confronti di Fratelli d'Italia: "Non ha rotto i suoi legami con il fascismo, è un problema - si dice sicuro il rappresentante dell'Anpi -. Emerge chiaramente l'inadeguatezza del governo di un Paese fondato su una Costituzione nata dalla Resistenza, governo guidato da un partito che non ha ancora chiarito quanto si riconosce davvero in quei valori".

E pazienza se la Meloni ha più volte chiarito pubblicamente questo punto, come era capitato, per esempio, nella lunga lettera inviata al

Corriere della Sera lo scorso 25 aprile. La sintesi dei partigiani è "semplice": se un generale pubblica un libro contro gli stranieri e gli omosessuali, la colpa è sicuramente colpa del centrodestra. A prescindere.

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