"Crediamo che i primi a dover dare l'esempio debbano essere quelli come noi che, in fondo, sono dei privilegiati". Giorgia Meloni è irremovibile sulla decisione di avere convocato il prossimo Consiglio dei Ministri nella giornata del 1° maggio dove, tra l'altro, verrà licenziato un aumento delle buste paga e delle pensioni più basse. Il presidente del Consiglio motiva questa sua scelta in un'intervista a Milano Finanza. "Ho dunque deciso di tenere un Cdm in questa giornata dove tanti italiani saranno comunque sul posto di lavoro: tra le forze dell'ordine, tra chi si prende cura dei malati negli ospedali, nei trasporti, nei ristoranti, negli alberghi, nei luoghi della cultura, compresi i tecnici impegnati in Piazza San Giovanni nel Concertone del Primo Maggio. È una giornata importante che il governo dedicherà al lavoro, prendendo decisioni sul lavoro".
Il gesto del governo Meloni a favore dei lavoratori
La decisione di tenere il Cdm nel giorno in cui si celebra la Festa del Lavoro (un unicum, almeno negli ultimi anni) era già stata anticipata dalla premier ai ministri nel corso dell’ultima riunione governativa che si era tenuta pochi giorni fa. Un segnale che Giorgia Meloni lancia per accendere i riflettori sul mondo professionale: il varo di un decreto legge - un "decretone lavoro" - che con tutta probabilità consoliderà le buste paga dei dipendenti a basso reddito con un nuovo taglio del cuneo fiscale. Pare che l'idea sia nata proprio della leader di Fratelli d'Italia, come trapela dall'esecutivo: riunire i ministri il 1° maggio è un gesto "simbolico" che evidenzia in maniera "chiara" il percorso che ha deciso di intraprendere la coalizione di centrodestra, facendo anche "sua" una giornata storicamente appartenente in esclusiva alla galassia della sinistra.
L'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri non è stato ancora fissato. Tuttavia i temi sul tavolo sono pressoché noti. Per quanto riguarda il cuneo fiscale, l'idea resta quella di intervenire sulla scia di quanto già fatto per il 2023 nella legge di Bilancio, incidendo sulle buste paga possibilmente già a partire dal mese di maggio. In ogni caso non si esclude qualche aggiustamento del meccanismo che, "potrebbe anche essere di due punti" di taglio per qualcuno, come aveva dichiarato in audizione il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Secondo i calcoli della Banca d'Italia, si potrebbe arrivare a una sforbiciata di 200 euro all'anno.
La misura, comunque, dovrebbe essere transitoria per gli otto mesi che mancano da qua alla fine del 2023; dopo di che sarà la prossima manovra a farla diventare strutturale. Nel frattempo si arriverebbe a un taglio di 4 punti per i redditi sotto i 25mila euro, come ha osservato Confindustria, che approva gli obiettivi posti dal governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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