Decaro record con 500mila. Ma i fedelissimi di Elly ce la fanno solo al rush finale. Zan traballa ma passa

C'è un particolare, oscurato dalla indubbia affermazione complessiva del Pd, che fa riflettere: ad andare peggio sono stati proprio i candidati schleiniani

Decaro record con 500mila. Ma i fedelissimi di Elly ce la fanno solo al rush finale. Zan traballa ma passa
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Una cosa la riconoscono tutti, a Elly Schlein: «le liste le ha fatte bene». Aprendole a candidati lontani da lei ma che si sono dimostrati fortissimi sul territorio, con exploit da record. Come quello al Sud (nonostante i colossali pasticci di Michele Emiliano e le inchieste cavalcate dalla destra) per il sindaco di Bari Antonio Decaro ha battuto ogni record, sfiorando le 500mila preferenze. O quelli nel Nordest di Stefano Bonaccini e nel Nordovest di Giorgio Gori, che ha quasi raggiunto la capolista Cecilia Strada, imposta dalla segretaria.

Ma c'è un particolare, oscurato dalla indubbia affermazione complessiva del Pd, che fa riflettere: ad andare peggio sono stati proprio i candidati schleiniani. Persino la stessa leader, capolista al Centro e nelle Isole, si attesta dietro a diversi altri recordmen (e women) e poco sopra i 100mila voti personali. Mentre i suoi fedelissimi entreranno solo per il rotto della cuffia: al Nordest Annalisa Corrado è fuori, superata da Bonaccini ma anche da Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti. Entrerà a Strasburgo solo grazie all'opzione sul Nordovest di Alessandro Zan, appositamente candidato da Schlein in due circoscrizioni. Se optasse per il Nordest, Corrado sarebbe fuori e entrerebbe un altro riformista, il milanese Pierfrancesco Maran. Al Sud c'è il caso Guido Ruotolo, membro della segreteria Schlein: è stato superato da Decaro, Lucia Annunziata, Lello Topo e Pina Picierno, che è riuscita ad affermarsi in solitaria nonostante le forti cordate interne al Pd. Ruotolo riuscirà a ottenere il sospirato seggio da buon ultimo, e solo grazie al traino complessivo di Decaro che fa scattare il quinto eletto.

Al Centro è in affanno anche Camilla Laureti, unica europarlamentare uscente schierata ufficialmente con Schlein, penalizzata dalla durissima lotta tra correnti che ha visto contrapposti Nardella (Franceschini), Zingaretti (che non fa l'exploit sperato), Ricci (Mancini e Gualtieri).

E al Centro c'è anche lo strano caso di Marco Tarquinio: l'ex direttore di Avvenire, sponsorizzato dalla potente lobby di Sant'Egidio e da pezzi di vecchio Pci per le sue posizioni anti-Ucraina, è stato per tutto il giorno fuori gioco, superato di alcune migliaia di voti da Alessia Morani. Solo a sera, dopo ore di misterioso tilt informatico dello scrutinio a Roma, è riuscito a superarla di una manciata di voti.

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