Sabato 8 giugno, le forze speciali delle Idf, le unità antiterrorismo della polizia israeliana e gli agenti dello Shin Bet hanno condotto un blitz nel campo profughi di Nuseirata, nella zona centrale di Gaza, e hanno portato in salvo quattro ostaggi prigionieri dei terroristi dal 7 ottobre. Nel corso dell’operazione, i militari dello Stato ebraico hanno potuto contare sull’appoggio di Washington.
Stando a quanto dichiarato da un funzionario americano alla Cnn, una cellula statunitense in Israele ha collaborato con le forze israeliane, fornendo probabilmente un aiuto per quanto riguarda la raccolta di informazioni d’intelligence, immagini satellitari e intercettazioni delle comunicazioni di Hamas. L’emittente Usa ha anche riferito che Tel Aviv ha preparato l’operazione per settimane, coinvolgendo centinaia di membri dell’esercito, dei servizi segreti e delle unità speciali della polizia. Il via libera per il blitz è arrivato giovedì 6 maggio e pare che il premier Benjamin Netanyahu abbia seguito lo svolgersi dell’operazione dall’interno di una sala di guerra dello Shin Bet.
Il sostegno delle agenzie di intelligence americane allo Stato ebraico è iniziato appena dopo gli attacchi del 7 ottobre. A gennaio, il New York Times ha diffuso la notizia della formazione di una task force della Cia, il cui obiettivo è la raccolta di informazioni che consentissero a Israele di localizzare i leader di Hamas, i cosiddetti priority target la cui cattura o eliminazione è uno degli obiettivi principali di Tel Aviv. Dall’inizio della guerra a oggi, la catena di comando di Hamas è stata smantellata da una serie di raid e attacchi mirati. Al momento, i due obiettivi in cima alla lista delle Idf sono il capo delle brigate al-Qassam Mohammed Deif e Yahya Sinwar, vertice dell’organizzazione terroristica nella Striscia.
Gli ufficiali della Central Intelligence Agency non hanno mai spiegato nel dettaglio le operazioni della task force o la natura delle informazioni fornite a Israele. Fin dai primi mesi di conflitto, però, gli Stati Uniti hanno aumentato il numero di droni in volo sopra Gaza e potenziato gli sforzi per intercettare le comunicazioni di Hamas. L’Ufficio del direttore nazionale dell’intelligence ha inoltre elevato da quattro a due la priorità dell’organizzazione palestinese nella classifica che vede al primo posto i “nemici giurati” di Washington: Cina, Russia, Corea del Nord e Iran.
Fino al giorno dei massacri dello Shabbat, gli Stati Uniti si erano affidati a Israele per la raccolta di informazioni riguardo ad Hamas, visto che il movimento islamico non comportava una minaccia diretta per Washington ma era da sempre il nemico numero uno di Tel Aviv.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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