"Porto Lotito in tribunale". L'ultimo attacco del falconiere Bernabé

L'ex falconiere ha annunciato che passerà alle vie legali nei confronti del presidente Lotito: "Quello che ha fatto nei miei confronti è inammissibile, lo denuncerò"

"Porto Lotito in tribunale". L'ultimo attacco del falconiere Bernabé
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Dopo tanto clamore, non si è ancora chiusa la telenovas tra la Lazio e l'ex falconiere Juan Bernabé, licenziato lo scorso gennaio dal presidente Claudio Lotito, dopo aver condiviso sui social foto e video del suo intervento per l'impianto di una protesi peniena.

Eppure il caso sembrava chiuso. Nel weekend Bernabé si è anche esibito con Olympia, allo stadio Sportitalia Village di Verano Brianza, casa della Folgore Caratese, squadra di Serie D, di proprietà di Michele Criscitiello, con l'aquila che ha sorvolato il campo prima della partita contro il Breno. Insomma tutto lasciava presupporre che la querelle con la Lazio, fosse ormai alle spalle. Invece no. Il falconiere è tornato alla carica, scagliandosi contro Lotito, ai microfoni di Radiosei: "Ho sempre rispettato il presidente, ma quello che ha fatto nei miei confronti è inammissibile - ha spiegato -. Sarà la legge italiana a risolvere la situazione, sicuramente io lo denuncerò".

Una volta licenziato, per farsi perdonare e ricomporre la situazione, Bernabé le ha provate tutte. Dalle scuse almeno in apparenza sincere, ad alcuni video pittoreschi, tra cui quello con elmo e vangelo, arrivando perfino a barricarsi a Formello con tanto di certificato medico. Adesso invece ha scelto di passare alle accuse pesanti nei confronti del patron. "La Lazio è una famiglia gigante, ma il presidente Lotito ha approfittato della situazione per cacciarmi via dal club - ha raccontato ancora -. Il rapporto tra me e il presidente Lotito non è stato mai idilliaco: sicuramente ha fatto cose molto importanti per il club, ma la sua metodologia di lavoro non è mai stata corretta, anche nei miei confronti".

A quanto pare i modi di fare di Lotito, non sono mai piaciuti a Bernabé, che ha svelato alcuni retroscena sul numero uno laziale. "Si è sempre comportato in maniera ingrata nei confronti dei suoi dipendenti, anche con i calciatori. Ho visto diversi giocatori piangere per il modo in cui venivano trattati. Per sette mesi all'inizio del mio rapporto col club non sono stato pagato, mi sono sacrificato anche economicamente per la Lazio. Sono io che ho avuto l’idea di portare l’aquila alla Lazio: durante il nostro primo incontro il presidente Lotito russava sulla sedia, mancandomi di rispetto", ha raccontato.

Dal suo canto invece Lotito ha sempre avuto una posizione netta, chiudendo a ogni possibilità di riconciliazione, come spiegato alla Zanzara. E questo probabilmente non è andato giù a Bernabé. "Dopo l’operazione voleva cacciarmi via, come se fossi un delinquente. Ha mandato uomini della Digos nella mia stanza di Formello appena uscito dall’intervento. Sono stato trattato come un criminale.

Io non me ne voglio andare da Formello, resterò fino a quando la legge me lo permette: non ho paura di nessuno. Lotito non può essere il presidente della Lazio, visto tutto quello che fa" ha concluso con amarezza il falconiere. L'ultimo affondo in attesa della prossima puntata.

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