Meloni tira dritto: "Avanti a testa alta finché avremo il sostegno degli italiani"

Il presidente del Consiglio posta un selfie sorridente e, nonostante gli ostacoli esterni, assicura: "Continueremo a lavorare con determinazione per aiutare l'Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata"

Meloni tira dritto: "Avanti a testa alta finché avremo il sostegno degli italiani"
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Lo scandalo dossieraggi, il bancario spione che mette gli occhi sui conti correnti, la magistratura che interviene contro diversi provvedimenti del governo, la mail della toga emersa nelle ultime ore, la sinistra che anche al di fuori dei nostri confini getta fango sull'operato del governo italiano. Le insidie lungo il cammino del centrodestra sono tante e spinose, ma Giorgia Meloni tira dritto e conferma la volontà di procedere in maniera spedita per continuare a regalare un nuovo volto al nostro Paese. Nonostante tutto e tutti.

"Finché avremo il sostegno dei cittadini, continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata", ha scritto il presidente del Consiglio. Secondo cui il senso di responsabilità e il dovere sono lo spirito guida sia nei confronti degli elettori che il 25 settembre 2022 hanno premiato il centrodestra sia verso chi non si rispecchia nell'attuale maggioranza: "Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito".

"Al lavoro, senza sosta, senza paura", ha concluso la leader di Fratelli d'Italia in un post sui social. Allegando anche un selfie in cui si mostra sorridente; un modo per rafforzare la promessa di portare a termine gli impegni presi. Il messaggio lanciato da Meloni è chiarissimo: gli ostacoli sono già tanti e con il passare delle settimane aumenterà la pressione contro il governo, ma l'esecutivo andrà avanti fino a quando gli italiani sosterranno la sua azione.

Oggi è in programma il Consiglio dei ministri. Meloni, dopo la decisione della sezione immigrazione del Tribunale di Roma sul trattenimento dei migranti nei centri in Albania, aveva comunicato l'intenzione di trovare una soluzione per superare l'ostacolo.

Come scritto da Fabrizio De Feo su ilGiornale in edicola oggi, l'idea è quella di un decreto legge in grado di elevare a norma primaria (e dunque non più secondaria) l'elenco dei Paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti. Restano da limare alcuni dettagli sul rapporto con il diritto comunitario e sulla definizione dei parametri, ma la strada è tracciata.

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